Per noi italiani, l'impero asburgico è sempre stato l'incarnazione del male assoluto, della tirannia, dell'arretratezza. Nel romanzo di Roth, ci viene data l'occasione di osservare dall'altra parte. Alcune delle contraddizioni e delle criticità di quel sistema sono reali ma emerge anche un mondo che era riuscito a tenere insieme nazionalità diverse, a portare avanti un modo di pensare e di intendere la società che sono durati per secoli. E quando tutto questo è crollato, il trauma è stato enorme. Alla tragedia del crollo dell'impero austro-ungarico si affianca quella dei personaggi, il giovane Von Trotta in primis. Roth si inserisce in una via di mezzo tra la Madame Bovary di Flaubert e Guerra e Pace di Tostoj ma senza la banalità del primo e la poderosità dell'altro. La cripta dei cappuccini è un romanzo esistenziale atipico dove la disperata ricerca del proprio posto nel mondo è parallela a quella di un intera nazione e la possibilità di cadere nel baratro è estremamente concreta.
La cripta dei cappuccini. Ediz. integrale
«Un amato fardello fedelmente custodito era per me mia madre. In tutta la mia vita non avevo mai sentito la predisposizione per una qualche professione, adesso finalmente ne avevo due: ero figlio ed ero padre.»
La vita del giovane Trotta, rampollo di una famiglia viennese divenuta nobile grazie al gesto eroico di un prozio che salvò la vita all'imperatore Francesco Giuseppe, trascorre senza alcuna preoccupazione se non quella di sperperare soldi e perdere tempo in compagnia di amici sfaccendati. Finché l'esperienza della guerra e della prigionia darà inizio a una lunga sequenza di disgrazie che, malgrado il matrimonio con la bella Elizabeth, segneranno indelebilmente gli anni della maturità di Trotta. Dilapidato il patrimonio di famiglia, la situazione precipita: la madre muore, la moglie parte in cerca di fortuna come attrice, abbandonando lui e il loro figlio. A questo punto, l'unica cosa che dà al protagonista la forza di andare avanti è la sua fede nell'Impero. Un romanzo dalla portata storica e simbolica eccezionale, caratteristica di tutta l'opera di Joseph Roth, non a caso definito il più grande "cantore" della caduta dell'Impero Asburgico.
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Anno edizione:2021
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Capitan_Mclive 13 ottobre 2022Il punto di vista degli sconfitti
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