All'inizio pesante e angosciante. Andando avanti non riuscivo a smettere di leggere. Tradotto molto bene, bellissimo.
La cronologia dell'acqua
Un memoir di culto, in cui Lidia Yuknavitch accompagna il lettore attraverso questioni di genere, sessualità, corpo e famiglia.
«Ho letto "La cronologia dell'acqua", dall'inizio alla fine, una dozzina di volte. Lo sto leggendo di nuovo. E, molto probabilmente, ci tornerò per il resto della mia vita, in cerca di ispirazione e idee, e per pura ammirazione. È un libro straordinario» – Chuck Palahniuk
«Il libro che potrebbe aver scritto Janis Joplin» – Rebecca Brown
«Questo è il libro che ho aspettato di leggere per tutta la vita» – Cheryl Strayed
Il nuoto, il corpo che si perde e si ritrova nell'acqua, e la letteratura, il desiderio di scrivere senza compromessi, sono le uniche due certezze di Lidia. "La cronologia dell'acqua" è così la storia di una vita che "non segue alcun ordine. Gli avvenimenti non rispondono al rapporto di causa ed effetto come vorremmo. È tutta una serie di frammenti e ripetizioni e trame," perché "questo condividono il linguaggio e l'acqua". Tutto scorre, nelle parole come nelle corsie di una piscina, in questo romanzo che rinnova radicalmente la tradizione del memoir, raccontando senza ipocrisie il genere, la sessualità, l'abuso, l'elaborazione del lutto, il superamento della sofferenza. Lidia cresce con un padre violento e una madre incapace di proteggerla, in una famiglia che la condizionerà anche quando, proprio grazie a una borsa di studio per il nuoto, riuscirà ad allontanarsi. Colpita da una perdita straziante, si trova a fare i conti con un dolore estremo: Lidia reagisce, sbaglia, cerca nell'alcol e nel sesso una via di fuga, tocca il fondo, reagisce ancora, riprende a nuotare. Dentro la muove un desiderio di vita e di creazione - e attraverso incontri decisivi con autori come Ken Kesey e Kathy Acker prende forma il suo cammino di scrittrice. Il viaggio che Lidia affronta, e nel quale trascina con passione e levità struggente il lettore, è un viaggio di dipendenza e autodistruzione, e poi di sopravvivenza. Un viaggio che trova una conciliazione finale in un amore sincero, in un figlio che nuota felice anche se malissimo, e in un libro, questo, che testimonia una nuova profonda consapevolezza di sé nel proprio mondo.
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Collana:
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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annarella 25 aprile 2025pesante quanto bello
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Ross 17 marzo 2025Un memoir totalmente anticonformista
Dire che si tratta di una storia di abusi familiari è riduttivo, si tratta della dua storia, la storia della vita della scrittrice. Raccontata in maniera totalmente anticonvenzionale, scardinando la normale narrazione cronologica e concentrandosi invece su singoli eventi che hanno contraessegnato la sua memoria , ripercorrendoli quasi come se risalisse un flusso d'acqua, corrente che scorre, impigliandosi talvolta a qualche ostacolo, attorno al quale si ferma. Nudo e crudo, schietto, anticonformista, disturbante, ti colpisce com violenza, non tanto per quello che si dice a volte, ma per quello che invece ti lascia immaginare. Non si risparmia, ci dà in pasto la sua vita, i suoi sbagli, ci consegna un ritratto sincero, a tratti strabordante, ma sempre coerente, di sè stessa.
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Benedetta 09 gennaio 2025Inzuppato di dolore
Un pugno nello stomaco, sin dalle prime righe. Una storia piena, anzi zuppa, di sofferenza. Una vita in cui il disagio personale e familiare creano un concatenarsi di situazioni ancora più disagiate e dolorose. Che però riescono comunque a piantare un seme in Lidia, il quale sboccia in un riscatto individuale e professionale, in una rivincita sul dolore. La scrittura di Lidia Yuknavitch riesce a essere brutale, le emozioni e le sensazioni da lei provate e descritte riescono a prendere una forma quasi tangibile durante la lettura. Affascinante il filo conduttore dell'acqua, che accompagna la vita di Lidia in momenti e fasi completamente diverse. Ho faticato un po' con la costanza nella lettura, soprattutto nelle parti centrali del libro. Comunque consigliatissimo!
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