Siamo sul tratto finale del Tamigi a bordo del Nellie, una iole da crocera, in attesa che la marea cambi per poter percorrere quell'ultimo pezzo di fiume che conduce al mare e agli estremi confini del mondo. Sotto il livido bagliore delle stelle, avvolti da una foschia incombente, seguiamo la calda voce del capitano Marlow che ci guida in esotici e avventurosi ricordi mentre fuori il faro di Chapman splende intesamente e un andirivieni di luci risalgono e scendono la corrente. Le memorie del vecchio lupo di mare ci trasportano così in un altro continente, l'Africa, a bordo del battello di una compagnia coloniale a risalire il corso di un altro fiume per inoltrarci nel cuore tenebroso di una terra inesplorata, in una natura pericolosa e selvaggia come le popolazioni che la abitano. Ma questo lento tragitto fluviale è solo il pretesto per un altro viaggio, quello mentale, storico, antropologico nei più oscuri recessi della natura umana, un percorso crudo e tristemente veritiero tra gli orrori e le efferatezze che una società che ha la pretesa di autodefinirsi civile e progredita finisce per compiere ogni qual volta ci siano di mezzo il potere e il guadagno. Tema centrale di questo breve romanzo di Conrad è infatti una profonda e ben strutturata critica alle mostruosità del colonialismo occidentale, una impietosa denuncia nei confronti dell’ipocrisia di chi si maschera da portatore di civiltà e progresso ma in realtà ha il solo scopo di soggiogare la gente e sfruttare le risorse del territorio. “L’orrore, l’orrore” grida il signor Kurtz in punto di morte pensando alle barbarie commesse in nome di una insaziabile fame di avorio e di dominio. “L’orrore, l’orrore” dovremmo gridare tutti davanti alla consapevolezza che a più di un secolo di distanza nulla è cambiato: Il petrolio ha preso il posto dell’avorio, i caccia militari quello dei traghetti coloniali, la presunzione di poter civilizzare gli altri si è trasformata nella pretesa di dover diffondere una discutibile democrazia, ma le bassezze, le atrocità, i soprusi perpetrati per riuscire a raggiungere vergognosi obiettivi economici e politici non hanno ancora avuto fine e l’umanità appare sempre più come una nave che solca un mare sbarrato da un nero banco di nubi diretta verso il cuore di una tenebra immensa.
Su un'imbarcazione ancorata fra le nebbie fitte che la sera avvolgono il Tamigi, il capitano Marlow e altri marinai attendono l'alta marea per prendere il largo. Marlow comincia a raccontare di un viaggio fatto da giovane lungo un altro fiume, in un'Africa carica di fascino come di pericoli. Risalendo il fiume, si erano lasciati alle spalle anche gli ultimi residui di "civiltà", per venire risucchiati in un percorso oscuro che diventa anche mentale, onirico, e si addentra nell'essenza stessa dell'uomo. Marlow-Conrad narra di un cuore di tenebra ancora da esplorare. Da questo romanzo Francis Ford Coppola trasse ispirazione per il suo "Apocalypse Now".
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Anno edizione:2013
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Enrico Caramuscio 15 gennaio 2014
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