Carver riversa la sua esperienza di vita in storie compassionevoli che non tentano di raggiungere una conclusione, ma piuttosto ci permettono di partecipare allo sviluppo di situazioni quotidiane comuni dell'essere umano, soprattutto con la fatalità delle loro circostanze e possibilità. Possono sembrare tristi, ma in realtà, pur essendo crudamente reali e introspettive, non condannano irrimediabilmente il futuro dei loro protagonisti alla disperazione, ma lasciano piuttosto il seguito al lettore. Siamo noi che possiamo aprire le infinite possibilità di quei drammi volgari di esseri umani comuni, scritti splendidamente, anche se spesso ci fanno sprofondare il cuore. Carver si rivela un maestro della narrativa breve del XX secolo.
Da dove sto chiamando
Da dove sto chiamando, l'"autoantologia" voluta da Carver nel 1988, poco prima della morte, presenta nella versione scelta e curata dall'autore racconti appartenenti a tutto l'arco della sua produzione, da quelli del libro d'esordio "Vuoi star zitta per favore?" ai sette "nuovi racconti" di "Elephant". Permette così al lettore di scorgere forse nel modo più compiuto possibile gli orizzonti narrativi che si richiamano da un punto all'altro dell'ormai leggendaria "Carver Country". C'è ovviamente la coppia, fotografata nei suoi vari istanti, sovente nelle diverse fasi di una crisi: come in "I chilometri sono effettivi"; nel momento stesso di una separazione annunciata da una lettera dalla calligrafia "irriconoscibile", come in "Pasticcio di merli". Le donne e gli uomini carveriani si trovano di fronte, all'improvviso e forse quasi senza accorgersene, alla resa dei conti con il sogno americano di provincia. Oppure a raggiungerli è un'eco di violenza: quella del reduce nero di "Vitamine", che come amuleto porta con sé l'orecchio rinsecchito di un vietcong, l'esplosione di aggressività repressa di un padre mite in "Biciclette, muscoli, sigarette" o l'ottusità inquietante del protagonista di "Con tanta di quell'acqua a due passi da casa". O ancora, è l'alcol a scandire le giornate di molti di loro, in racconti come "Un'altra cosa", "Attenti", "Da dove sto chiamando". Prefazione di Michela Murgia.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Fabio 05 gennaio 2025Da dove sto chiamando
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Giulia Michela Vanoli 10 marzo 2017
Una raccolta che permette di toccare tutta la produzione di Carver. Spaccati di vita quotidiana, raccontati in modo sincero e senza filtri per catapultarvi dentro il lettore in modo così reale da generare quasi un senso si smarrimento. E poi tutto finisce, d’un tratto. Lo stile è scorrevole e coinvolgente, ma consiglio una pausa tra un racconto e l’altro per coglierne le sfumature e goderne in modo consapevole.
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Roberto Marchiotto 26 gennaio 2017
Quando si inizia a leggere un qualsiasi racconto di Carver, si ha la sensazione di sprofondare da un momento all'altro in una tragedia che non ci può per nessuna ragione appartenere. Poi col trascorrere delle righe ci si ritrova a vivere frammenti di vita vissuti o sognati. E quando sfumano, non spariscono del tutto, ma te li rigiri, soppesandoli, lì, in mezzo al petto.
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