Recensioni Da lontano sembrano mosche

Da lontano sembrano mosche di Kike Ferrari
Kike Ferrari usa con disinvoltura il genere noir per narrare con spietata ironia il marciume della società comtemporanea, in un romanzo ricco di colpi di scena e dialoghi fulminanti.

«Probabilmente non vi ricapiterà di leggere una storia così perfetta.» - Paco Ignacio Taibo II

«Kike Ferrari lavora nel metrò della capitale argentina. Ma, soprattutto, va come un treno nei tunnel del noir.» - Robinson, la Repubblica

Il signor Machi è un uomo potente a Buenos Aires e la sua arroganza è pari alla sua ricchezza. Tra una sniffata di coca e un servizietto di qualche giovane donna in cerca di favori, inebriato dal proprio successo, si illude che resterà sempre sulla cresta dell'onda. Un giorno, alla guida della sua Bmw nera da duecentomila dollari, fora una gomma e scopre nel bagagliaio un cadavere sfigurato da un colpo di pistola a bruciapelo. E qui inizia l'incalzante serie di disavventure che, in una mattinata di discesa all'inferno, dimostra al protagonista che tutte le sue certezze e la sua sicumera sono materia corruttibile quanto la società in cui sguazzava. Percorre affannosamente la città in cerca di chi gli abbia giocato questo brutto tiro, ma sono tanti quelli che lui ha schiacciato e umiliato, e sono sempre stati così insignificanti che "da lontano sembrano mosche".)
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