La dea cieca

Con questo libro inizia la serie dedicata alla detective Hanne Wilhelmsen, un personaggio carismatico e di grande impatto sul lettore. Il mistero su alcune morti rapidamente si infittisce man mano che la storia procede, coinvolgendo chiaramente sfere sempre più alte della società. Originale ma a tratti anche fuordeviante il modo di rendere il punto di vista dei vari personaggi, ossia un semplice interlinea per separare veri e propri paragrafi. Bellissima la resa psicologica dei vari personaggi e ancora più belle le descrizioni dei luoghi. Si sente che è stato scritto venti anni fa, in un'epoca in cui i cellulari avrebbero sicuramente accelerato gli eventi. Si apprezzano i tecnicismi della professione legale e poliziesca, esperienza diretta della scrittrice.

Come nella migliore tradizione scandinava, questo giallo rapisce il lettore e lo porta a perlustrare non solo una città ma anche il lato segreto di persone che, almeno all'apparenza e per il loro status, dovrebbero essere le più immacolate di tutti. La presunta freddezza di Oslo si contrappone a tutte le (solite?) cause che spingono le persone a commettere delitti: la cupidigia e i segreti, come sempre, portano a commettere i delitti e i crimini più efferati. E in questo particolare caso sarà soprattutto una donna, l'investigatrice Hanne Wilhelmsen ad aiutarci a ritrovare il filo conduttore. Per gli appassionati del genere, una lettura imprescindibile.