Un testo imprescindibile visti i tempi. Un complemento al famoso aforisma che contrappone l’ottimismo della volontà al pessimismo della ragione, infatti il libro, a mio avviso, sostiene la necessità della speranza e ne dimostra la fondatezza. Lo fa ripercorrendo la parabola di uno dei più acuti pensatori mai apparsi sul pianeta e provando a dare risposte a domande eterne “Perché il male? “ Come spiegare la sofferenza?” “Qual è il nostro destino?”. Cito uno dei passi più significativi: “ La maniera migliore di fare del bene a se stessi è fare del bene agli altri; e viceversa, la maniera migliore di fare del bene agli altri è fare del bene a se stessi. Cura dell’io e cura degli altri non sono separate ma costituiscono una polarità che va sempre tenuta unita. È in questa ricca e delicata dialettica che la nostra umanità fiorisce.” …coltivando, a ragion veduta, la speranza.
