Devozioni della pazzia
Atenura, "appesa tra le colline come un favo di selvatico miele", è il neppure troppo immaginario piccolo borgo nel cuore profondo del sud Italia, tra Cilento e Lucania, dove prende corpo "Devozioni della pazzia". Nelle sue strade e nelle sue case s'aggira un piccolo esercito di gogoliane anime morte, inquiete nell'inquietudine più grande di un'epoca, il fascismo, agli albori del suo tramonto. Amore e morte si rincorrono nelle vicende di questo paese che sorge ben oltre Eboli. Una vita corale e coralmente raccontata: due sorelle, Mannina e Lisabetta, si contendono lo stesso uomo, Michele Spierto, ricco esponente della borghesia locale in un tragico menage a trois, con una mulier fortis (Lisabetta), una vittima sacrificale (Mannina) e un uomo smidollato al pari degli insetti che pazientemente, e segretamente, colleziona; il parroco della piccola chiesa, accudito e amato fino alla morte dalla sua perpetua; Adina in bilico tra l'associazione delle Giovani Italiane e le sorti di un esule antifascista rientrato in Italia con un importante segreto. E poi il farmacista, il locale Segretario del Fascio e altre comparse si avvicendano sul palcoscenico di queste pagine.
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