Volevo leggere questo libro da tempo, e ora che finalmente l’ho fatto, mi chiedo perché ho aspettato così tanto. Non ci girerò troppo intorno. La realtà, molto triste e cupa di queste pagine, mi ha dolcemente ricordato perché nel 2023 ho deciso di cancellare in via definitiva il mio account di Facebook. Tutti dicono che per il nostro bene, non si deve più pensare al passato, perché tanto alla fine non lo puoi cambiare, e che bisogna guardare sempre al futuro. È vero, verissimo. Eccetto una cosa. Fare un piccolo viaggietto indietro nel tempo, secondo me ti permette di analizzare, a mente più lucida e non più intossicata da quel genere di manipolazione psicologica cui ormai ti eri abituata e che faceva parte della tua routine, tutti gli aspetti (positivi e negativi) che, in un modo o nell’altro, avevano il potere di scandire le tue priorità; e penso che le conosciamo tutti quali sono le priorità quando ogni momento libero della giornata lo passi scrollando la home page dei social, e finisci per dimenticarti che ogni momento libero che riesci a ritagliarti da tutte le incombenze quotidiane dovresti dedicarlo a te stessa, a te stessa e a ciò che ti aiuta veramente a sentirti meglio, non peggio. Grazie a questa lettura per me illuminante, ho avuto la possibilità di comprendere maggiormente le ragioni che alla fine mi avevano spinto ad abbandonare per sempre Facebook e che mai, mai più potrei ritornarci. Spesso non ci rendiamo proprio conto, soprattutto nei momenti più duri della vita, che la parola “condivisione” non dovrebbe necessariamente essere associata ai social, ma ai gesti, alle azioni concrete che possiamo fare nella vita, come esseri umani che ragionano con la propria testa, non manipolati dalle tech company definite da Jaron Lanier FREGATURE. Leggete questo libro, e capirete meglio perché.
