Con questo romanzo l'autrice riscatta, tributandole il doveroso riconoscimento, la memoria di una prozia accusata ingiustamente di uxoricidio dalla legge vigente, e per questo severamente punita in anni in cui le donne non avevano voce. Maria Maddalena è immolata sull'altare dell'egoismo paterno, per rimediare alla nefandezza di un fratello, bestiale e indecente quanto il genitore. Strappata ai suoi sogni d'adolescente è costretta a sposare un bruto che, covando un rancore personale, compie su di lei la più sadica delle vendette. La casa coniugale è l'inferno e, in un crescendo di orrori, Maddalena subisce ogni atrocità, incapace di reagire, sia per la sua natura mite e ingenua, sia per l'educazione ricevuta, diventando in questo modo la vittima di se stessa. La vicenda è così tenebrosa, costellata da stupri, torture fisiche e psicologhe, che la lettura sarebbe intollerabile se non fosse sostenuta dalla prosa poetica di Carla Spinella. Ed è proprio il suo stile che rende leggibili anche i misfatti più orrendi. La poesia contrasta con il contenuto, crudo, cruento e spietato, ma è proprio la poesia che dall'abisso della disperazione conduce a un finale radioso. È un romanzo appassionato, che scava nei sentimenti umani mettendone in evidenza le perversioni, ma anche i risvolti positivi, sublimati dal sacrificio di chi, come Carolina, rinunciando ai suoi sogni giovanili, accetta con convinzione il suo ruolo di madre e di moglie. È un romanzo da non perdere: fa luce sulla condizione femminile all'inizio del secolo scorso e ci fa sentire fortunate di essere nate ai nostri giorni
Dillo a papà
Si vuole riesumare a distanza di più di un secolo la terribile storia di un'antenata, per riattivare gli oscuri legami che continuano a vivere nel sangue comune, rafforzandosi sotterraneamente attraverso il susseguirsi delle generazioni. Fu reale la storia, eppure ha attraversato il tempo colorata di leggenda. Oggi, a pensarci, appare tramata di sogni d'amore e di malvagità inconcepibili, conclusa nel sangue e funestata dal dolore immeritato e dalla morte precoce di chi l'ha vissuta, e, vivendola, ha rivelato al mondo il buio che si può celare anche nell'anima più candidamente nata alla luce, se stravolta da circostanze e persone indecenti. Purtroppo nessuno dei testimoni di quel tempo è sopravvissuto. Nessuno, quindi, può dare notizia di eventi particolari, che potrebbero spiegare origini e propaggini dei fatti narrati meglio dei ricordi tramandati in famiglia con racconti interrotti, espressioni lasciate incomplete, parole morte negli abbassamenti di voce.
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Anno edizione:2017
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