La dimora delle bambole
Mishima scrisse Storia in un promontorio nell'agosto 1945, e ricordando quel periodo avrebbe in seguito annotato: "Sono trascorsi diciassette anni dalla fine della guerra, eppure la realtà mi appare ancora incerta, effimera, provvisoria: forse dipende dal mio temperamento: in diciassette anni non è ancora svanita in me la veemente impressione di un'epoca in cui da un momento all'altro tutto poteva essere distrutto da un bombardamento che avrebbe cancellato in un istante quel che era esistito sino ad allora". È l'antico motivo buddhista del mujo, l'impermanenza. Ma la consapevolezza della fragilità della vita, effimera come rugiada, dona umiltà alle passioni, rende eroico ogni atto: si ama, si odia, si agisce consci della vanità, attratti dal vortice del nulla. Tali sentimenti animano i racconti Storia in un promontorio e Il principe Karu e La principessa Sotori e inducono al suicidio i giovani protagonisti al culmine dell'amore. E di luci e di tenebre, di sogno e di realtà sono permeati i racconti Biglietti, La dimora delle bambole e Il mare e il tramonto. Sono la fanciullezza, la senilità, l'ebbrezza, la follia amorosa le chiavi che aprono la porta chiusa della ragione oltre la quale si estende un mondo di sogno, più profondo, più affascinante, forse persino più reale della realtà.
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Anno edizione:2010
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