Disìo è un’opera che andrebbe riletta periodicamente, tanto per riempire il cuore quanto per destare la testa. Il suo doppio battito la rende spietata e lirica al tempo stesso, tratteggiando una Sicilia immobile e immutabile, stuprata da un potere che, mentre le straccia le vesti della dignità, esponendola nuda al mondo, la riveste di un moralismo che diventa corazza e muro di cinta. Un atto d’accusa che mette sul banco degli imputati un potere atavico e famelico che si nutre di quella corruzione e quell’immoralità rigorosamente in doppio petto, sedute ai tavoli che contano, dietro un’impeccabile facciata di rispettabilità. E’ contro questo edificio di ipocrisia in cemento armato, perpetuato dal silenzio, che si trova suo malgrado a combattere, spinta da un legame di sangue, di amore e di odio, Memi Santelia, la giovane psichiatra che decide di lasciare Milano per tornare in Sicilia. Il lirismo struggente della prima parte, quando, al capezzale della madre, ricorda la sua terra di papaveri zingari nella quale nacque indesiderata, lascia il posto a una seconda parte introdotta da una cesura che si fa ponte, man mano che Memi si riappropria della sua identità, ricordando l’anaffettività della madre, la violenza subita, lo scempio di un corpo che rigurgita in nevrosi i suoi no. In quella Sicilia che affattura come canto di sirena, e dalla quale ha preso le distanze mutando nome e accento, ora Memi si addentra con passo incerto, in un percorso di avvicinamento che l’attrae e la respinge, come la falena sedotta dalla fiamma fatale. Gli invisi capelli rossodiavuli sono ora sciolti sulle spalle, quando si siederà al cospetto del Male, facendosi pedina di un copione che assolve e purifica, sottraendosi, forse solo per un momento, a quella seduzione del niente che è diventata tratto distintivo della sua terra. Ora Memi si consegna per sempre alle sue viscere, che forse si faranno finalmente utero di madre.
Disìo
Prezzo minimo ultimi 30 giorni: 6,65 €
Al capezzale della madre morente, la figlia Memi - ormai adulta e psichiatra a Milano -, seguendo il lento e muto gocciolio della flebo, scandisce l'azzanno di un suo dolore mai sanato, solo narcotizzato, lo scippo d'un affetto materno dovuto ma negato, mendicato in penombra. Alla morte della madre, Memi torna in Sicilia, stregata da un "disìo" carnefice e salvifico a un tempo, insensato e irrinunciabile, disperato e incomprensibile per chi non si sia mai abbandonato al canto delle sirene. Partecipa come dirigente medico a un concorso in Ospedale, concorso già manipolato, già infettato. Nulla è mutato dunque, il lutto del Diritto è ancora lutto, la Giustizia è solo un nomen, l'omertà è ancora calvario, sotto il peso di una nuova e più potente mafia, che veste in camice, in toga, in giacca e cravatta, e vanta curricula di prim'ordine. Combattuta tra tornare a Milano e restare, Memi resta a lottare in una terra arsa e disperata, per una terra magica e maciullata, decisa a vivere l'unica maternità possibile, il "disìo".
-
Autore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2019
-
Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
Micbil 18 giugno 2024Capolavoro spietato e indimenticabile
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare productsafety@feltrinelli.it