Le dita rosse e blu. La pittura di Hermann Hesse
Della vita e delle opere di Hermann Hesse (1877-1962) si è scritto molto; meno conosciuta è l’attività pittorica dello scrittore premio Nobel nel 1946. Parallelamente alla scrittura Hesse agli esordi disegnò schizzi a matita, poi passò al colore e all’acquerello che divenne la sua espressione privilegiata. Non vi è però una diretta corrispondenza tra letteratura e pittura: per quanto nella parola Hesse si logora e si affatica, tanto nella pittura trova ristoro e pace, come prevede anche la terapia junghiana cui si sottopose. Benché autodidatta, è amico di molti pittori – Cuno Amiet, Jean Lurçat, Louis Moilliet, Marianne von Werefkin – che influiscono sul suo linguaggio artistico. I tre saggi che compongono questo volume ripercorrono il viaggio artistico di Hesse dal nord al sud – analogo per molti versi a quello di Goethe – alla ricerca di una natura incontaminata con la quale entrare in profonda comunione. Lo scrittore viaggia in Italia, affascinato dalla luce e dai colori, e nel Ticino si innamora di Casa Camuzzi – eletto a buen retiro – tema di alcuni fra i suoi più celebri testi e acquerelli.
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Anno edizione:2017
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