Un libriccino divertente scritto in italiano da un algerino residente a Roma per mostrare con ironia la situazione degli immigrati (qui in prevalenza del nord Africa) di fede musulmana. L'ho trovato grazioso, e lo scopo è ottimo, l'Italia è piena di zotici ignoranti e un bel po' di gente se lo dovrebbe leggere per approcciarsi al tema in modo leggero. Un appunto: se la storia è divertente, la prosa però le sue pecche le ha. Ricorso a frasi ripetitive (vorrei davvero contare le volte che una delle due voci narranti, Safia ripete "E allora? Allora niente.", saranno minimo una trentina), punteggiatura ridondante , soprattutto tutti quei punti esclamativi, non ti fanno respirare. Provate voi a leggere così! Con la cadenza esclamativa! Per 5 volte! In un paragrafo! Non si può, diamine. Ultimo punto: finale un po' meh. Si conclude senza concludere, lasciandoti col fiato sospeso, senza sapere come finisce la love story in corso (non sembro, ma sono una romanticona). Chissà se ci sarà una continuazione in cui si spiegano i risvolti non risvoltati.
2005. I servizi segreti italiani ricevono un'informativa: un gruppo di immigrati musulmani, che opera a Roma nella zona di viale Marconi, sta preparando un attentato. Per scoprire chi siano i componenti della cellula viene infiltrato Christian Mazzari, un giovane siciliano che parla perfettamente l'arabo. Christian inizia la sua indagine sotto copertura: per gli abitanti del quartiere diventa Issa, un immigrato tunisino in cerca di un posto letto e di un lavoro. Il suo destino si incrocia con quello di Sofia, una giovane immigrata egiziana che indossa il velo e vive nel quartiere assieme al marito Said, alias Felice, architetto reinventatosi pizzaiolo. Attraverso Sofia vediamo la cultura islamica con gli occhi di una donna alle prese con una vita coniugale complicata. Sofia ha però un grande sogno da realizzare. Nell'alternarsi delle voci di Issa e Sofia l'ironia e la satira dei luoghi comuni fanno di questo romanzo, una commedia nera in cui il serio e il grottesco, il razionale e l'assurdo, l'amore e la paura descrivono le contraddizioni della società italiana con un linguaggio originale, che imita i "parlati" degli immigrati e degli italiani. In un susseguirsi di scene esilaranti e momenti ricchi di pathos, di dialoghi frizzanti e arguti proverbi popolari, si arriva a un avvincente finale a sorpresa che spiazza il lettore, costringendolo con grande divertimento a riavvolgere la pellicola dall'inizio.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Francesca Fortunato 05 maggio 2016
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Ali Raffaele Matar 31 dicembre 2011
Dopo "Scontro generazionale a Piazza di Vittorio", Amara Lakhous continua sulla stessa strada che ha portato al successo il suo precedente romanzo. Stesso tema, immigrazione e multiculturalismo, visto questa volta con gli occhi di un italiano doc, Christian (alias Issa), e di una immigrata egiziana, Safia (alias Sofia). La narrazione del romanzo avviene in alternanza con le voci di questi due personaggi, le cui vicende, giorno dopo giorno e pagina dopo pagina, cominceranno a intrecciarsi. In Italia si sa che, quando si parla di islam, la prima parola che salta alla mente è "terrorismo". Ed è proprio questo il pregiudizio che l'autore, anche egli di religione islamica, vuole screditare nel corso del suo romanzo. Se per i servizi segreti dietro ogni moschea vi sono complotti terroristici, basta aprire gli occhi per comprendere la realtà di questa gente che durante il giorno lotta per un permesso di soggiorno, per un lavoro decente e per smentire i pregiudizi e che in tarda giornata si riunisce coi propri compaesani per ritrovare quel calore che vivendo qui hanno perso del tutto. Se da un lato, "Divorzio all'islamica" diverte per le sue trovate e per il suo azzeccato finale, da un altro mostra un'amara realtà sociale in cui tutti siamo immersi quotidianamente e di cui non possiamo negare di essere colpevoli. Riflettere su temi di tale importanza non è mai stato tanto piacevole: Tanto di cappello al bravo Lakhous.
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