Dog Star

È un cliché abbastanza diffuso, dire di tutti i musicisti che stanno lasciando il segno, ma nel caso del sassofonista tenore Jerry Bergonzi è proprio vero, a giudicare da quanto ha fatto finora: ha scritto parecchi libri di educazione musicale, ha pubblicato cinque video istituzionali ed è diventato una presenza significativa sulla scena bostoniana, sia come band leader che in veste di educatore. Lo stile di Bergonzi è facilmente riconoscibile ma difficilmente incasellabile. L’influenza di Sonny Rollins, Dexter Gordon e Trane, fra gli altri, si integra con il suo stile individuale, adattabile a un ventaglio di contesti. Bergonzi ha un sound alla Bergonzi. In “Dog Star” si uniscono a lui il trombettista Phil Grenadier, il bassista Johnny Åman, il batterista Anders Mogensen e, soprattutto, l’intenso pianista danese Carl Winther, con cui ha collaborato la prima volta nel 2010. I due erano impazienti di registrare insieme, ma ci sono voluti parecchi anni prima che riuscissero a entrare in studio: il risultato è un album da cui traspare tutto il loro amore per la musica e per il loro pubblico.