Un giallo dal’intreccio forse troppo prevedibile ma che permette però di gustarsi l’ambientazione di una Parigi fine-ottocentesca. Le descrizioni in alcuni passaggi risultano pesanti e fin troppo dettagliate e questa può essere dovuto al fatto che l’opera nasca da una coppia di coautrici e non da un’unica mano, ma nell’insieme la lettura risulta piacevole e scorrevole. I personaggi sono caratterizzati in maniera quasi stereotipata ma ben equilibrata e vengono mossi con criterio all’interno della narrazione.
La donna del Père-Lachaise
Parigi, 1890. Victor Legris è abituato a ogni sorta di avventori nella sua libreria in rue des Saints-Pères, ma non si aspetta certo l’irruzione di Denise, la domestica della sua ex amante Odette de Valois. La ragazza è sconvolta: aveva un appuntamento con la padrona al cimitero del Père-Lachaise, presso la tomba del marito della donna, ma, giunta alla cappella di famiglia, non vi ha trovato altro che un foulard di seta rossastra. E anche a casa non c’è traccia di Odette, e vi aleggia un’atmosfera inquietante... Da qualche tempo, infatti, Madame de Valois coltiva un profondo interesse per lo spiritismo, l’ultima moda dei salotti parigini. Ma Victor, pragmatico per natura, si convince che dietro la scomparsa di Odette ci sia qualcosa di ben più concreto di un fantasma e si lancia quindi in una nuova indagine, che si rivelerà sempre più pericolosa. Tra contesse altere ed eruditi polverosi, artisti in bolletta e veggenti smaliziati, prende così corpo un giallo di raffinata eleganza, in cui Claude Izner ci riporta nelle strade e nei vicoli di Parigi, tracciando con nostalgia il ritratto di una città strabiliante, in bilico tra progresso e superstizione, attraversata però da «un’aria nuova, un’aria di libertà».
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Vincenzo Vitale 28 ottobre 2014
Aaaahh, bello, tranquillo, soft giallo dell'ottocento. Che ti coinvolge e t'appassiona. Inoltre ti fa viaggiare in un periodo storico in cui l'uomo comincia ad essere consapevole della velocità che il progresso impone al cambiamento e ti fa rendere conto che, già allora, si soffriva di nostalgia del passato. La storia è una ruota che impone un continuo ripetersi...che, dalla fine dell'ottocento ad oggi, ha accelerato in una maniera spropositata (non c'entra niente col libro, ma la lettura è anche monito per meditare). Ho notato la mia cadenza annuale: li leggo sempre in ottobre i libri di "queste autrici"...devo accorciare i tempi.
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Enrico Caramuscio 10 luglio 2014
Odette de Valois, ricca vedova dell'alta società parigina, scompare misteriosamente nel cimitero del Père-Lachaise durante una visita alla tomba del marito morto mesi prima in Colombia. Siamo solo all'inizio di un intreccio di misteri che ruotano intorno ad un quadro apparentemente senza valore, "La signora in blu", in cui vengono coinvolti sedicenti medium, illusionisti, faccendieri transoceanici e morti che tornano dall'aldilà, in un turbine di sangue, amore e denaro. Ad indagare su questa spirale di misfatti troviamo l'ex amante della suddetta signora, l'affascinante libraio Victor Legris, affiancato dal suo impacciato aiutante Joseph. Sullo sfondo la Parigi di Gauguin, Verlaine, Zola, una città di fine Ottocento in pieno fermento sociale, artistico e culturale accompagnata da quell'aura di romanticismo e di mistero che da sempre caratterizza la capitale francese. Tuttavia la suggestiva ambientazione sembra essere l'unica nota positiva di questo libro. La trama banale e priva di originalità riduce al minimo il coinvolgimento e la suspense, i personaggi sono stereotipati e privi di carica empatica, l'amalgama di vari generi quali il giallo, lo storico, l'esoterico e il romantico non risulta ben riuscita. La stessa conduzione dell'indagine appare grossolana e confusionaria e si giunge alla soluzione del caso solo grazie ad alcuni indizi materializzatisi quasi per magia. Se da un lato la lettura risulta scorrevole grazie allo stile (fin troppo) semplice, dall'altro viene spezzettata di continuo dalle dettagliate ma troppo numerose note a piè di pagina relative a citazioni storiche e letterarie. Da segnalare invece la post-fazione che regala un preciso e interessante quadro della società dell'epoca, anche se forse sarebbe più indicato leggerla prima del romanzo per meglio comprenderne il contesto storico e sociale.
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