Dossier: ears wide open. Il paesaggio sonoro negli studi di cinema e media
"Questo dossier di «Imago» si propone di mettere in relazione studiosi di cinema, televisione, radio e altri media sul comune terreno epistemologico del suono inteso come forma di comunicazione, intrattenimento, pratica creativa e partecipativa attra-verso i vari linguaggi, dal film alla televisione, dal web al videogioco, dalla radio alle ar-ti visuali. Dal Duemila a oggi infatti, il territorio degli studi sul suono si è popolato di pubblicazioni che incrociano le competenze di varie discipline – estetica, semiotica, sociologia, antropologia, media e cultural studies, e al loro interno in particolare i ra-dio studies – e ci offre riflessioni elaborate sulla rilevanza della dimensione sonora nelle forme espressive contemporanee e sul ruolo della sfera uditiva e delle culture di ascolto nella vita quotidiana. Di recente poi, la bibliografia sul tema ha subito una crescita tale che si può parlare di una vera e propria ‘svolta sonora’ nei media studies, un risveglio dell’attenzione verso l’audio, anticipato da un evento unico nel mondo dell’arte contemporanea: la vittoria di una installazione sonora realizzata da Susan Philipsz al Turner Prize for Contemporary Art nel 2010. Seguendo questa traccia, negli ultimi anni la ricerca ha prodotto il volume an-tologico di Michael Bull e Les Back (2003) The Auditory Culture Reader, tradotto da Il Saggiatore con il titolo Paesaggi Sonori, riprendendo ed estendendo le suggestioni di Murray Schafer; il lavoro di Veit Erlmann (2004) Hearing Cultures. Essays on Sound, Listening and Modernity; il libro di Brandon La Belle Acoustic Territories. Sound Culture and Everyday Life, del 2010; il lavoro di Salomé Voegelin (2010), Li-stening to Noise and Silence: Toward a Philosophy of Sound Art e i più recenti libri cu-rati da Jonathan Sterne (The Sound Studies Reader, 2012) e da Michael Bull (Sound Studies: Critical Concepts in Media and Cultural Studies, 2013), fino all’affascinante studio di David Hendy Noise. A Human History, sempre del 2013, e al contempora-neo lavoro di Kate Lacey, Listening Publics." (dalla nota dei curatori)
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Anno edizione:2017
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