La dottrina platonica delle idee tra il «Parmenide» e il «Timeo»
Questo saggio affronta uno dei più affascinanti temi del tardo pensiero platonico: la ripresa, nel "Timeo", della concezione della relazione partecipativa tra le idee e le cose sensibili, ipotesi a cui in precedenza lo stesso Platone, nel "Parmenide", aveva rivolto critiche sostanziali. Che tipo di risposta il "Timeo" fornisce a tali questioni? il "Parmenide" si chiudeva su uno degli aspetti più difficili della concezione eidetica: se le idee sono eterne, ingenerate, incorruttibili e ontologicamente autonome, potranno essere allo stesso tempo "partecipate" dalle cose sensibili senza perdere il proprio status di enti supremi? A questa ambiguità, nel "Timeo", Platone trova una soluzione nella figura del demiurgo. Contemplando il modello intellegibile, il demiurgo plasma il sostrato spazio-materiale, la chora, portando così a compimento la méthexis tra forme intellegibili e universo sensibile. Nel "Timeo", vertice della speculazione platonica, sembra quindi che le idee vengano spogliate di ogni causalità operativa ed efficiente e poste come puro, semplice e astratto paradigma del sensibile.
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Anno edizione:2016
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