Un duca che torna al paese d' origine e che si scontra con la diffidenza della gente; diventa uno di loro ma una questione di confini di terreni lo mette in discussione con il più grande proprietario terriero della valle. Una storia fra presente e passato con un finale inaspettato. Libro non noioso, con una scrittura ricercata. Trama intrecciata,che non si vuole smettere di andare avanti nella lettura, ma di facile comprensione.
Il Duca
Un paese di montagna, un'antica villa con troppe stanze, l'ultimo erede di un casato ormai estinto, lo scontro al calor bianco tra due uomini che non sembrano avere nulla in comune... Quanto siamo fedeli all'idea di noi stessi che abbiamo ricevuto in sorte? Matteo Melchiorre ha costruito una storia tesissima ed epica sulla furia del potere, le leggi della natura e la libertà individuale. Un romanzo che ci interroga a ogni riga sulla forza necessaria a prendere in mano il proprio destino: «il modo giusto per liberarsi del passato non è dimenticarlo, ma conoscerlo». L'ultimo erede di una dinastia decaduta, i Cimamonte, si è ritirato a vivere nella villa da sempre appartenuta alla sua famiglia. La tenuta giganteggia su Vallorgàna, un piccolo e isolato paese di montagna. Il mondo intorno, il mondo di oggi, nel quale le nobili dinastie non importano piú a nessuno, sembra distante. L'ultimo dei Cimamonte è un giovane uomo solitario che in paese chiamano scherzosamente «il Duca». Sospeso tra l'incredibile potere del luogo, il carico dei lavori manuali e le vecchie carte di famiglia si ritrova via via in una quiete paradossale, dorata, fuori dal tempo. Finché un giorno bussa alla sua porta Nelso, appena sceso dalla montagna. È lui a portargli la notizia: nei boschi della Val Fonda gli stanno rubando seicento quintali di legname. Inaspettatamente, risvegliato dalla smania del possesso, il sangue dei Cimamonte prende a ribollire. Ci sono libri che fin dalle prime righe fanno precipitare il lettore in un mondo mai visto prima. L'abilità dell'autore sta nel mimetizzarsi tra le pieghe della storia, e fare in modo che abitare accanto ai personaggi risulti un gesto tanto istintivo quanto inevitabile. È quello che accade leggendo Il Duca, un romanzo classico eppure nuovissimo, epico e politico, torrenziale e filosofico, che invita a riflettere sulla libertà delle scelte e la forza irresistibile del passato. Con una voce colta e insieme divertita, sinuosa e ipnotica - inusuale nel panorama letterario nostrano - Matteo Melchiorre mette a punto un congegno narrativo dal quale è impossibile staccarsi.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Caramella80 06 dicembre 2024Bello e intrigante
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Anto_s1977 24 aprile 2024Uno stile sopraffino
Il protagonista del racconto è l'ultimo erede della dinastia dei Cimamonte, signori aristocratici di antica origine, che per secoli hanno spadroneggiato, non sempre con rettitudine e discernimento, sulla Val Fonda. Il Duca, che ormai si è trasferito nella decadente casa montana di famiglia, è comunque agiato, al punto da poter sopravvivere senza difficoltà dedicandosi alle attività di suo gradimento: un po' di giardinaggio, passeggiate all'aperto e un appassionante studio della paleografia e degli antichi documenti inerenti agli antenati. Il Duca è un uomo solitario, dalle idee più liberali rispetto ai propri antenati, e la vita ritirata, tra vecchi mobili e antichi documenti da decifrare, gli è congeniale. Questo equilibrio, monotono, ma rassicurante, viene spezzato da una questione di confini che finisce per coinvolgere tutta la comunità montana. Gli animi cominciano a surriscaldarsi e le tensioni, celate da decenni, si palesano improvvise. Ben presto la ripicca si trasforma in maldisposizione d'animo, poi in un desiderio di vendetta che arriva, infine, a sfiorare l'odio e la voglia di sopraffazione. Uno svolgersi lento dei fatti e una continua aria di mistero accompagnano uno stile di narrazione elegante e ricercato, che diventa un piacere sopraffino per il lettore. Ho amato molto questo libro e apprezzato l'abilità dell'autore nel dipanare le fila di una vicenda che ruota tutta attorno a un evento che potremmo definire banale, di routine. Una vicenda che potrebbe essere considerata noiosa, se non fosse solo una scusa per fare un'incursione nella storia, nei secoli lontani in cui i rapporti tra ricchi e poveri erano regolati da prepotenza e soggezione, da imposizioni e consuetudini. Affascinante, infine, la ricostruzione della storia di famiglia attraverso la Chronica Cimamontium ab anno 1495.
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Claudio 18 dicembre 2023Intrigante
Scritto bene con ricchezza di parole. La ricerca dello stile mi è piaciuta
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