Le due zittelle - Tommaso Landolfi - copertina
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Letteratura: Italia
Le due zittelle
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Descrizione


Due anziane e devote «zittelle», Lilla e Nena, sprofondate nella più tetra e «muffosa» provincia italiana, prigioniere di un’esistenza sulla quale sembra essersi depositata «un’impalpabile polverina grigia»; una vecchia madre paralizzata ma implacabilmente autoritaria, che comunica solo percuotendosi il petto; una beffarda e turbolenta scimmia, Tombo, unico «maschio di casa», anche se «debitamente castrato»; e sullo sfondo «un’annosetta fantesca», Bellonia, assolutamente simile alle padrone. Ci sono tutti i presupposti per un bonario e ironico bozzetto, per una vecchia stampa provinciale di sapore palazzeschiano. Ma cosa succede se, appena liberate dall’incubo della dispotica madre, le due «zittelle» (e già la grafia, che gioca sul falso etimo «zitta», lascia presagire i biliosi intenti dell’autore) scoprono che di notte Tombo inscena sfrenati e blasfemi cerimoniali nella cappella dell’attiguo monastero? E se, a giudicare dell’operato della scimmia, vengono chiamati due religiosi, monsignor Tostini, appartenente alla più «declamatoria e retriva genia» degli uomini di fede, e il giovane padre Alessio, veemente e appassionato seguace di un Dio estraneo alle «complicate partite di dare ed avere» degli uomini? Succede che i due si scontrano senza esclusione di colpi e che il fortunato lettore può assistere alla più incredibile e fulminante delle dispute teologiche. Ma anche che il tranquillo bozzetto lascia improvvisamente posto al più oltraggioso sarcasmo, alla più acre irriverenza di quello che Landolfi ha sempre considerato «il mio miglior racconto» e Montale definì, nel risvolto della prima edizione, uno dei «maggiori “incubi” psicologici e morali della moderna letteratura europea».

Dettagli

1992
7 settembre 1992
114 p., Brossura
9788845909221

Valutazioni e recensioni

  • TSTFBA71M12F839L
    Le due zittelle

    Di questo breve romanzo (o racconto lungo) di Landolfi io non dirò nulla. Lascerò parlare, invece, Eugenio Montale, che è di sicuro cosa certamente migliore. Riporto infatti la sua breve presentazione dell'opera di cui alla prima edizione uscita per la casa editrice Bompiani nel gennaio del 1946. Eccola qui: "In questo piccolo libro che ha tutt'insieme della stampa dell'Ottocento e del racconto straordinario, dell'operetta filosofica e del grottesco hoffmanniano, il Landolfi imposta un sottile problema di casistica morale intorno al presunto sacrilegio di una scimmia. La vicenda prende le mosse in modo assai pacato, tratteggiando le figure di due tipiche vies encloses, le due sorelle amiche e custodi dell'audace Tombo, unico maschio della famiglia e padrone e tiranno della casa. Poi la scoperta del sacrilegio, l'appostamento notturno, l'inchiesta, la sorpresa in flagrante del crimine, il processo intentato al "colpevole" e la macchinosa e feroce esecuzione capitale dello sciagurato lemure portano "Le due zittelle" a un climax narrativo che ha pochi esempi nella letteratura contemporanea. Le pagine del processo a Tombo, le due opposte tesi di padre Alessio e di Monsignor Tostini (la difesa e l'accusa), formano la grande scena madre del racconto, quella destinata a destare le maggiori discussioni. Ma nessuno vorrà negare che per varietà di toni, nerbo e scioltezza di plessi stilistici e travolgente phatos intellettuale il libro del Landolfi esca dai facili schemi del genere narrativo e si ponga sul piano dell'arte più ardua, su quello dei maggiori "incubi" psicologici e morali della moderna letteratura europea". Che altro dire? A questo punto più nulla. Ogni volta che ho letto Landolfi, ho trovato sempre genialità, originalità e sorpresa. A dispetto di tutti quelli che non lo amano per il suo linguaggio scelto, forse pure un tantino macchinoso, direi, io invece lo adoro. E mi sa che lo adorava pure Montale. Indi, leggete Landolfi, non ve ne pentirete!!!

  • La trama insolita, la ricchissima lingua utilizzata e le questioni teologiche sollevate hanno un fascino irresistibile.

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Tommaso Landolfi

1908, Pico (Frosinone)

Scrittore, poeta, traduttore e glottoteta italiano. Nato da famiglia nobile, si laurea in Lingua e Letteratura Russa all'Università di Firenze nel 1932. In gioventù frequenta la cerchia degli ermetici e collabora a «Letteratura» e «Campo di Marte». Landolfi esordisce come narratore nel 1937 col racconto umoristico e concettuale Dialogo dei massimi sistemi. Alimentato da infinite suggestioni letterarie (da Rabelais a Gogol' passando per i simbolisti...), il discorso narrativo di Landolfi verte soprattutto sull'incontro-scontro tra istinti e ragione, tra consapevolezza e inconsapevolezza, registrato con ironia e e lirismo. Tra i successivi libri di narrativa ricordiamo Il mar delle blatte e altre storie (1939), La pietra lunare (1939), Racconto d'autunno...

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