Nome d'arte di Charles H. Locher, attore statunitense. Bellezza corvina dalla prestanza atletica, dopo il debutto in L'artiglio giallo (1935) di J. Tinling, raggiunge il grosso pubblico nei panni di un energico polinesiano in Uragano (1937) di J. Ford, rivelandosi congeniale alle atmosfere avventurose da mari del Sud (A sud di Pago Pago, 1940, di A.E. Green) come al western ricco d'azione (Kit Carson - La grande cavalcata, 1940, di G.B. Seitz). A partire dallo sfarzoso Technicolor di Le mille e una notte (1942) di J. Rawlins, interpreta, accanto a M. Montez, una serie di avventure sentimentali (Selvaggia bianca, 1943, di A. Lubin), fantasiose (Alì Babà e i quaranta ladroni, 1944, di A. Lubin) e melodrammatiche (Il cobra, 1944, di R. Siodmak) in salsa esotica. Esauritasi la formula, ma rimasto fedele al genere, vi si trascina (I filibustieri dei mari del Sud, 1957, di L. Sholem e E. Williams) fino al debole esordio registico con The Beach Girl and the Monster, 1965, e alla malattia che lo conduce al suicidio.