(Antiochia 330 ca - Roma 400 ca) storico latino. Di famiglia greca, militò nell’esercito romano come alto ufficiale sotto Costanzo II e Giuliano l’Apostata. Ritiratosi a vita privata (363), si stabilì a Roma dal 380 ca fino alla morte, a contatto con i circoli pagani, e si dedicò all’attività di storico. I suoi Rerum gestarum libri XXXI, che continuano le Storie di Tacito, narrano gli avvenimenti dalla morte di Domiziano (96) a quella di Valente (378): a noi sono rimasti gli ultimi 18 libri (dal 353 al 378) relativi alle vicende contemporanee. Nella sua storia, ancorata agli schemi classici, anche per le ambizioni letterarie, A.M. dispiega un verismo drammatico a volte minuzioso. Egli interpreta i fatti con sostanziale equilibrio, anche se il suo apprezzamento dei valori tradizionali della civiltà romana l’indussero a un certo distacco dai problemi contemporanei, come il cristianesimo e i barbari, mai trattati compiutamente. A.M. sottolinea l’estraneità dei popoli barbari e del cristianesimo alla tradizione romana, della quale Giuliano è presentato come l’esemplare difensore. Le fonti, a quanto ci consta, sono di prima mano e solo raramente letterarie. Il linguaggio, ricco di clausole ritmiche, è a volte oscuro, ma intensamente espressivo.