(Acquapendente, Viterbo, 1724 - Parigi 1803) letterato e poeta italiano. Abate inquieto e gaudente, fu una tipica figura del secondo Settecento, animato da uno spirito scettico e dissacratore di stampo illuministico. Visse a Roma, a Firenze e all’estero: fra l’altro a Vienna, dapprima al tempo di Giuseppe II, poi come poeta cesareo di Francesco I; a Pietroburgo presso Caterina II, la cui corte satireggiò nel Poema tartaro (1797); e infine, dal 1798, a Parigi.Apprezzato da Goethe e Stendhal, scrisse numerosi e originali libretti di opere buffe, alcuni musicati da G. Paisiello (Re Teodoro in Venezia; Lo sposo burlato) e da A. Salieri, ma deve la sua fama alle licenziose, e ai suoi tempi fortunate, Novelle galanti in ottave (composte fra il 1778 e il 1802) e al poema in sestine Gli animali parlanti (1802), vivace satira della vita italiana dell’epoca. Fra le altre opere si ricorda una Relazione d’un viaggio a Costantinopoli (postuma, 1821).