Romanziere, critico letterario, poeta, drammaturgo, giornalista impegnato sul fronte collaborazionista e per questo condannato a morte (pena successivamente commutata in esilio), ha incarnato una delle figure più complesse, sovversive, contraddittorie e meno conformiste del mondo letterario e filosofico francese del secondo dopoguerra.
Mosso da una strana miscela di rigorismo cattolico, dadaismo e anarchismo di destra, ha pagato lo scotto per le sue posizioni apertamente antisemite, rimanendo di fatto fuori dalla cultura ufficiale francese ed europea, come il suo amico Céline.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Handji (Denoel et Steel, 1931), La révolution est à droite (Denoel, 1934), Journal d’un condamné à mort (La Jeune Parque, 1948), Ce n’est pas une vie (Denoel, 1976) e, in Italia, Il mio amico Céline (Elliot, 2011).