(Tula 1867 - Mosca 1945) scrittore russo. Medico di professione, iniziò l’attività letteraria con un ciclo di racconti e romanzi sul destino degli intellettuali tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo (Senza via, 1895; Epidemia, 1898; Alla svolta, 1902; La fine di Aleksandra Michajlovna, 1903). Grande popolarità ottenne con Appunti di un medico (1901), lungo racconto autobiografico, e con Racconti di guerra (1906) e Alla guerra (1907-08), basati sulla propria esperienza di medico militare nella guerra russo-giapponese del 1904-05. Si dedicò poi alla critica letteraria con alcuni importanti lavori (Vita viva, 1910, sull’opera di F.M. Dostoevskij e L.N. Tolstoj; Apollo e Dioniso, 1915, sulle teorie nietzschiane), e dopo il 1917 riprese la sua attività di narratore con un ciclo di romanzi sull’intellighenzia di fronte alla rivoluzione (Nel vicolo cieco, 1924; Sorelle, 1933), e proseguì l’attività di critico (Puškin da vivo, 1926-27; Gogol’ da vivo, 1933; I compagni di Puškin, 1934-36). Particolare interesse hanno oggi le sue opere autobiografiche, importanti per la comprensione di un complesso periodo della storia letteraria e sociale della Russia (Negli anni giovanili, 1927; Racconti non inventati sul passato, 1940).