Bellissima storia che racconta la rivoluzione di vita di un ragazzo, a causa che la mamma è stata messa sotto scorta.
Il gioco di Lollo
Una madre, una giornalista e una città, Ostia, dove si spara per le strade. È pensando proprio ai suoi bambini ancora piccoli che Federica Angeli decide di denunciare quel che ha visto una notte dal balcone di casa. A Ostia tutti tacciono, anche quella notte. Lei no, perché sa che domani i suoi figli, diventati adolescenti, potrebbero camminare per quelle vie trasformate in far west. Lollo è il maggiore e ha solo otto anni quando i suoi genitori gli annunciano che la mamma ha vinto quattro autisti come premio per un suo articolo. È invece la scorta che le è stata assegnata dopo la sua denuncia. Per Federica Angeli combattere i clan che avvelenano la vita di Ostia è una priorità, lo fa ogni giorno dalle pagine di «la Repubblica», armata soltanto della sua penna, con le indagini che smascherano il malaffare e ne provano l’impronta mafiosa. Ma la serenità dei suoi figli conta ancora di più, ed ecco allora che con il marito trasforma magicamente la sua lotta alla malavita in un gioco, come il Guido di La vita è bella di Benigni, che riesce a nascondere il figlio Giosuè dicendogli di giocare a nascondino mentre i tedeschi fanno strage dei deportati rimasti nel campo di concentramento. È l’unico modo per non stravolgere la loro esistenza, trasformare le guardie del corpo negli autisti vinti come premio, le minacce continue in prove da superare per accumulare punti in vista di un regalo ancora più grande, una villa degna di una rockstar. Se in A mano disarmata, Federica Angeli ha descritto i suoi millesettecento giorni sotto scorta, in Il gioco di Lollo cede la voce al figlio, che in queste pagine ci racconta la mafia vista dagli occhi di un bambino. Lollo e i suoi fratelli sono in prima linea, anche se non lo sanno. Giorno dopo giorno scopriranno la verità, imparando dall’esempio della loro mamma che, uniti, anche i mostri peggiori si possono sconfiggere. «Mamma, che andiamo a fare al mare?» «A guardare la mafia. » «La mafia? Cos’è, una balena? Una specie di pesce?» «No, la mafia è un’organizzazione criminale molto brutta e pericolosa. Un mostro orrendo», disse con la voce roca che faceva quando doveva metterci paura nelle storie che raccontava.
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Paologiardina06 09 giugno 2024OTTIMO LIBRO SULLA MAFIA PER RAGAZZI
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Sarandom 18 dicembre 2022Un gioco per stare uniti
Nell'analisi generale della storia, l'approccio con la pericolosità della vicenda e il modo in cui i genitori, hanno affrontato la verità con i figli è un buon metodo. Far crescere il coraggio in loro per non farsi abbattere, il 'gioco' per renderli uniti e meno vulnerabili davanti una minaccia pesante è importante in questi casi, vitale. Il suo lavoro non si può mettere in discussione, la grinta, il coraggio e la determinazione nel voler cambiare le cose. Vengono spiegati alcuni dettagli della scorta molto interessanti per far comprendere meglio cosa comporta e come la si gestisce con una famiglia. In alcuni vocaboli usati è difficile immagine la voce di un bambino a differenza di quando si scontra con i fratelli Ho una nota molto amara da sottolineare però che viene citata anche nel film 'A Mano Disarmata', (il libro devo ancora leggerlo) la gelosia del marito. In questo dalla parte del figlio - ma a cui si aggiungono gli altri due, viene spiegato come un ennesimo gioco, lo spiare gli spasimanti della mamma (come gli vengono descritti inizialmente gli Spada che li spiano dalla strada) perché lei è solo del papà. Anche nei confronti della scorta e il bodyshaming che Massimo incinta in Lollo nel parlare male delle mamme dei suoi compagni di classe perché loro buttano fango su di lei. Il chiamare il padre 'mammo' perché fa il padre. Diciamo che non mi viene spontaneo condividere delle scelte personali abbastanza dubbie, quando il patriarcato raggiunge livelli preoccupanti.
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