Elogio della vanità. Ediz. numerata - Giuseppe Berto - copertina
Elogio della vanità. Ediz. numerata - Giuseppe Berto - copertina
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Letteratura: Italia
Elogio della vanità. Ediz. numerata
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Descrizione


Nel 1965, un anno dopo il trionfo di critiche, di vendite e di premi di "Il male oscuro", Giuseppe Berto fu invitato dalla Rizzoli, di cui era ora l'autore di punta, a scrivere un libretto-strenna fuori commercio e destinato agli amici della casa editrice. In quell'arco di tempo, Berto aveva continuato - vanitosamente, è il caso di dire e per sua stessa ammissione - ad assaporare le fortune mediatiche di quel suo romanzo, il che lo spinse ad interrogarsi su cosa tutto ciò potesse umanamente significare. Nacque così "Elogio della vanità", un pamphlet sul «peggiore dei peccati», opera di un autore a lungo considerato «eretico», ma di cui era ormai impossibile disconoscere il talento. Dapprima «censurato» dalla stessa casa editrice, per alcuni rimandi critici all'attualità letteraria dell'epoca, poi andato più o meno casualmente perduto, l'Elogio è rimasto di fatto inedito per quasi cinquant'anni. In esso, attraverso lo specchio deformante della vanità, Berto immortala l'inutile agitarsi di una società, la nostra, orfana di qualsiasi criterio di discernimento e del furore della rivolta. Al liquefarsi di tutto, non rimane che combattere giorno per giorno per preservare dal maligno la propria coscienza. Il resto non è vanità, ma semplicemente «vano». Edizione numerata da 1 a 1000. Prefazione di Cesare De Michelis.

Dettagli

30 novembre 2023
80 p., Brossura
9791281519268

Conosci l'autore

Foto di Giuseppe Berto

Giuseppe Berto

1914, Mogliano Veneto

«Sono abbastanza sicuro di me stesso mentre scrivo e so di essere moderno».(Mogliano Veneto, Treviso, 1914 - Roma 1978) scrittore italiano. Ha pubblicato libri di narrativa, in parte ascrivibili al neorealismo (Il cielo è rosso, 1947; Le opere di Dio, 1948; Il brigante, 1951), in parte volti a una inquieta indagine psicologica (Il male oscuro, 1964, premi Viareggio e Campiello; La cosa buffa, 1966). È anche autore di un diario della guerra d’Africa (Guerra in camicia nera, 1955) e di un pamphlet provocatoriamente «conservatore» (Modesta proposta per prevenire, 1971). 

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