L'Emilio, insieme al Contratto sociale l'opera più famosa e più diffusa di Jean-Jacques Rousseau, fu pubblicato nel 1762. Un secolo dopo, ed esattamente il 13 agosto 1865, Amiel scriveva nel suo Journal intime: "Rousseau è un precursore in tutto: ha creato il viaggio a piedi prima di Töpffer, la rêverie prima di Chateaubriand, la botanica letteraria prima di George Sand, il culto della natura prima di Bernardi de Saint-Pierre, la discussione politica e la discussione teologica prima di Mirabeau e Renan, la pedagogia prima di Pestalozzi; egli ha messo di moda la musica e ha risvegliato il gusto delle confessioni al pubblico; ha creato un nuovo stile francese, lo stile serrato, legato, denso, appassionato. Insomma si può dire che nìente di Rousseau si è perduto e che nessuno ha influito più di lui sulla Rivoluzione Francese, perché ne fu il semidio fra Necker e Bonaparte". Trascorso un altro secolo, la problematica rousseauiana è ancora attualissima; e anzi ha conosciuto una particolarissima vitalità negli ultimi decenni, allorquando si è avvertita universalmente la necessità e l'urgenza di difendere la "naturalità" dell'uomo dalle tante sovrastrutture che minacciano di soffocarla.
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Edizione:31
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