Epigrammi
Componimenti sentimentali ed erotici, lievi e scherzosi, iscrizioni votive e sepolcrali, rievocazioni di amici e nemici, senza commozione né compiacimento. E’ questo il “dolce mirto di Callimaco, sempre ricco di amaro miele”, di cui parla un autore sin dal I secolo a.C.E’ probabile che gli “Epigrammi” fossero stati raccolti in volume dal poeta stesso, nato a Cirene verso il 310 a.C. e morto quasi settantenne. Figura centrale della cultura letteraria alessandrina, Callimaco esprime il mutato rapporto del poeta con la società, facendosi sostenitore spesso polemico – anche nelle sue innumerevoli opere critiche – di un genere lirico essenziale e allusivo, impreziosito da richiami rari al mito, alla storia, alle tradizioni classiche. Su questa eleganza e sobrietà, capace di effetti sorprendenti nell’ironia, si fonda il grande valore poetico degli epigrammi, qui tradotti e annotati da Alceste Angelini.
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