Erasmo da Rotterdam. Panegyricus ad Philippum austriae ducem
Nel settembre del 1503 Erasmo da Rotterdam era febbrilmente impegnato nella stesura d’uno scritto dedicato all’arciduca Filippo d’Austria, il quale, di lì a poco, avrebbe fatto ritorno nei Paesi Bassi al termine d’un viaggio che, nei due anni precedenti, lo aveva condotto in Spagna – presso i sovrani Ferdinando e Isabella, i genitori, cioè, della moglie, Giovanna di Castiglia – e, ancora, in Francia e Germania. In un’epistola a James Mauritszoon , datata 28 settembre 1503, l’umanista olandese scrive: «Etsi eram iampridem multo scribendi labore pene delassatus (quid enim laboriosius quam scribere, praesertim edenda?), tum impraesentiarum quoque in absolvenda Panaegyrici coronide sic occupatus ut occupatior esse non possem – et hic labor quem tu mihi iniunxeras, quum molestissimus sit, tamen inutilissimus; quid enim molestius quam alieno scribere stomacho? quid inutilius quam ea scribere quibus scribendis dediscas bene scribere? – tamen meus in te amor effecit ut neque molestus esset mihi neque inutilis videretur, quando mihi semel decretum est meo Iacobo per omnia morem gerere, non solum officiose, verumetiam libenter».
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Anno edizione:2014
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