Non si possono che lodare le grandi operazioni culturali;e questo libro è il risultato di una grande operazione culturale. Otto furono le mostre dedicate ad altrettanti capolavori,realizzate a Milano nel 2000;il libro racchiude i cataloghi che accompagnarono le esposizioni. Ovviamente alcuni di essei risultano meno riusciti di altri,ma c'è un filo conduttore che unisce i vari scritti,collegando opere tra loro totalmente diverse e dando unità ai diversi eventi espositivi. Questo filo comune è costituito dal luogo. Le opere infatti sono indagate anche in relazione al luogo in cui sono state create,e nel loro riferirsi al luogo-riferimento significante al luogo che in verità non è proprio di tutte le opere:come esempio di ciò vale il "Concetto spaziale" di Fontana. Ecco allora che trattando di "Elasticità" di Boccioni non si è giustamente fatto a meno di parlare della Milano che sale degli inizi del '900;ed ecco che si è messa in risalto l'importanza di Forte dei Marmi e dell'ambiente culturale che in essa aveva trovato una sorta di nuovo eden,nella trattazione riguardante "Estate di Carrà;stesso dicasi per la Milano delle periferie e delle stazioni balneari rappresentata in "Eldorado" di Birolli(e forse l'attenzione al luogo in questo caso è stata un pò esagerata). La bontà del libro va però oltre questa componente comune e unificante,per essere bontà che riguarda direttamente le analisi delle opere. Come si diceva sopra,alcune di esse sono impeccabili e meglio riuscite di alte:è il caso dell'analisi dedicata a "Elasticità",la cui qualità è determinata dall'aver messo a confronto gli enunciati teorici di Boccioni con gli scritti di Bergson e Longhi;è il caso dell'analisi del "Concetto spaziale" di Fontana,in cui è messo in risalto il ruolo centrale di questo lavoro nel contesto dell'opera fontaniana,mostrando,di tale opera,tutta la difficoltà semantica e la variegata costituzione;stesso dicasi per il catalogo dedicato a Manzoni,che mette in risalto la densità simbolica e di significati dell'opera dell'artista,confrontandola con i raggiungimenti di altri artisti a lui contemporanei,come Klein o Vautier,o di generazioni successive,come Fabro. Tra i cataloghi riusciti in parte c'è probabilmente quello dedicato al "Quarto stato" di Pellizza da Volpedo,impeccabile nel ricostruirne le fasi ideative e compositive,così come i significati di cui l'opera si fa portatrice,ma lacunoso nello specificare e chiarire l'importanza fondante e il ruolo del colore diviso,e i modi in cui esso si presenta nella tavolozza pellizziana. Per concludere:questo è l'ottimo frutto di un grande lavoro culturale;si spera che tali operazioni possano ripetersi più volte in futuro.
Esercizi di lettura
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Collana:
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Anno edizione:2002
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MARIO COBUZZI 13 gennaio 2010
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