Esercizi di memoria - Andrea Camilleri - copertina
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Letteratura: Italia
Esercizi di memoria
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Descrizione


23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano come nitide istantanee la vita unica di Camilleri

«Ogni tanto mettevo la mano in tasca e carezzavo la pietruzza colorata, il segno tangibile che una volta mi era stata concessa la grazie di intravede la Bellezza» - Andrea Camilleri

Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre

Questo è Camilleri. Poi a novant'anni arriva il buio. E così come non era terrorizzato dalla pagina bianca, combatte anche l'oscurità della cecità e inizia a dettare. La sua produzione letteraria trova nell'oralità una nuova via per raccontare le sue storie. Ma se forte era la sua disciplina prima, lo è ancora di più oggi che può contare esclusivamente sulla sua memoria. E quindi occorre tenerla in esercizio: osservare nei dettagli i ricordi, rappresentarsi nella mente le scene. Quelli qui pubblicati, come dice lui, sono i compiti per l'estate: 23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano come nitide istantanee la sua vita unica e, sullo sfondo, quella de nostro Paese. La memoria qui non p ami appesantita né dalla malinconia né dal rimpianto. Per questo Camilleri ha chiesto a chi parla attraverso i colori, le forme e i volumi di rendere il suo esercizio più godibile, più leggero, più spettacolare.
L'ideale della mia scrittura è di farla diventare un gioco di leggerezza, un intrecciarsi aereo di suoni e parole. Vorrei che somigliasse agli esercizi di un'acrobata che vola da un trapezio all'altro facendo magari un triplo salto mortale, sempre con il sorriso sulle labbra, senza mostrare la fatica, l'impegno quotidiano, la presenza del rischio che hanno reso possibili quelle evoluzioni. Se la trapezista mostrasse la fatica per raggiungere quella grazie, lo spettatore certamente non godrebbe dello spettacolo.

Dettagli

28 settembre 2017
242 p., ill. , Rilegato
9788817096911

Valutazioni e recensioni

  • Vincenzo Vitale

    I problemi alla vista di Andrea Camilleri ormai gli impediscono di scrivere. Come lui stesso dice, vive di ricordi che, fortunatamente, ha voluto "dettare" in questo libro, condito da illustrazioni di 5 grandi artisti, una più bella dell'altra. Ricordi, i suoi, non fatti di solo di "mamma, papà ed affini" (importanti anche quelli), ma una "ripassata" veloce, stravagante e scanzonata (come è nello stile dell'autore) tra i nostri più grandi interpreti del '900, "dettata" da colui che ci ha vissuto, collaborato, mangiato...! Nomi straordinari. Un libro che alla fine ti fa riflettere, perché, chi come me è nato negli anni ottanta, novanta, duemila...si rende conto che è un po' come in quella scritta sul muro di un cimitero quando il Napoli vinse il primo scudetto: «Che vi siete persi».

  • Renzo Montagnoli

    Come assai opportunamente l’autore precisa in una sua introduzione all’opera la stessa è stata concepita come un esercizio per le vacanze trascorse nell’estate del 1916 nella casetta sul Monte Amiata. L’età, che inevitabilmente trasforma e storpia anche la memoria, con l’aggiunta della sopravvenuta cecità, fanno sì che questi ricordi messi giù come racconto costituiscano per Camilleri soprattutto un punto fermo e cioè abbiano lo scopo di evitare le assai probabili future dimenticanze. Al lettore queste prose possono far pensare, giustamente, a una sorta di autobiografia non consequenziale, cioè a un insieme di episodi che possono far sapere qualcosa di più sul trascorso dell’autore. Preciso subito che non si racconta di eventi eclatanti, anzi, tranne pochi casi, di tratta di fatti che sconcertano nella loro banalità e che possono essere riferiti anche a vite di altre persone. Chi si aspettasse un Camilleri segreto, una figura dal passato epico, è meglio che si metta l’animo in pace, perché Camilleri è un comune mortale. Ciò non toglie che, nella sua non certo corta vita che ha attraversato un periodo storico memorabile per l’Italia, ci siano stati episodi che, almeno a puro titolo di curiosità, possono interessare, quali, per esempio, la storia quasi kafkiana delle ceneri di Pirandello, o la vicenda dell’ingegnere che in periodo bellico si diletta a costruire aquiloni con i quali intende bombardare Malta, per non dimenticare poi l’incontro con i briganti della banda del famigerato Salvatore Giuliano, oppure la fallita intervista a Luciano Liggio. L’episodio migliore, però, almeno secondo me, è il colloquio con Eduardo De Filippo sulla sua isola nel golfo di Napoli. Meno interessanti e, a parer mio, addirittura noiose sono le prose ove si racconta di incontri con artisti del mondo delle lettere e dello spettacolo. Forse per l’autore hanno un’importanza tutta particolare che invece non riesce a cogliere chi vive fuori da quel mondo. Nel complesso, benché fra alti e bassi, la lettura è abbastanza interessante, ma non rivela nulla di più di Camilleri di quanto già conosciamo.

  • Non smentisce mai la sua fama di grande affabulatore il Maestro Camilleri. Anche quest’ultima fatica, una raccolta di memorie e aneddoti, riesce a trascinare il lettore in una dimensione spazio-tempo alternativa, con facilità, quasi ipnotizzandolo. I ricordi del Maestro sono lucidi, preziosi e interessanti, e alcuni tanto divertenti: vi leggerete di teatro, il suo grande amore, di cinema, di letteratura, d’Italia e di grandi affetti. Inoltre tante mollichine di pane, lasciate tra un racconto e un altro, in cui sembra di incontrare il caro commissario Montalbano. E così ho compreso, leggendo Esercizi di memoria, che Salvuzzo è solo la punta dell’iceberg del Maestro Camilleri, uomo d’altri tempi e di ghiotti racconti. Grazie Maestro per averli condivisi con noi.

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Foto di Andrea Camilleri

Andrea Camilleri

1925, Porto Empedocle (Agrigento)

Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma.  Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, "una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura".  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio...

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