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Maurizio Maggiani scrive il grande romanzo della rivolta libertaria. Lo fa attraverso le storie della sua umanità militante, un mondo di uomini e donne ardenti di passione che lungo un intero secolo fino all'oggi danno un senso universale alle loro vite, alle loro sconfitte, alle loro vittorie.
Questa è una storia leggendaria, il mito di una dinastia di ribelli ostinati in un sogno, perseveranti nel costruirlo contro ogni sconfitta del presente, «...i candidi, gli innocenti, gli ignoranti, i pazzi d'amore, avevano imparato a essere più grandi delle trame più nere e più astute, più forti degli eserciti». Quindi una storia di eterna rivolta, di vite che si intrecciano e si confondono con la Storia, edificandone una loro che non si pieghi alla schiacciante prepotenza del potere, all'insolenza del tiranno, allo sconforto della sconfitta, una storia madre di fraterna giustizia, di amorevole libertà, di una «gioiosa e ardente futura umanità», «questa l'unica vera certezza che abbia mai avuto l'Artista dell'anarchia, che ogni cosa verrà alla luce una volta ancora». È una storia di molte vite e infinite gesta, vite che non hanno avuto voce e vite la cui alta voce è stata dimenticata, sepolta sotto una contemporaneità immemore. C'è fra quelle vite un personaggio di pura leggenda, una donna nata nel 1901 che ancora oggi è viva, «l'essere umano più antico del mondo», lei conosce ogni storia e ogni storia ha vissuto, è la Canarina. Le chiamavano così le ragazze che nella Grande Guerra lavoravano nell'industria bellica al munizionamento, dove nel caricare le granate per i cannoni il tritolo tinteggiava di giallo il viso e le mani. Aveva sedici anni la Canarina, e ogni giorno nascondeva sotto le unghie dei piedi qualche grano di quel composto micidiale, sottraendo un po' di guerra alla guerra, raccogliendolo in una scatola di legno e portandolo con sé attraverso tutto il '900 fino a oggi. Cosa ci fa una vecchia di centovent'anni con cinque chili di tritolo in una cassetta che ha attraversato epoche e oceani e continenti, guerre e rivoluzioni, da Genova a New York a San Pietroburgo? Da un secolo si sta prendendo la libertà di averlo e di non usarlo. E se ne andrà dal mondo in pace solo quando saprà che per ancora un altro secolo e un altro e un altro ancora, ci sarà chi vorrà essere libero di tenerlo con sé e liberamente decidere di non usarlo. È suo nipote l'Artista a dipanare la Storia e le storie attraverso una progenìe di figli unici che costruiscono una dolcissima elegia eroica, sfiorando le vite di Garibaldi e Anita, Antonio Meucci, Emma Goldmann, Gaetano Bresci, Carlo Tresca e tanti altri ancora.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
libro da inserire nell'educazione scolastica, per raccontare della storia italiana vissuta da uomini e donne semplici. Magari in formato digitale e interattivo, per informare la gioventù eterna di oggi e forse anche di domani .
Ho appena finito di leggerlo e già mi manca . Mi sono innamorata di questo libro pagina per pagina, personaggio dopo personaggio, ognuno con la propria meravigliosa storia di ribellione, giustizia sociale e anarchia. Impossibile non amare il Garibaldo, la Canarina e tutta la loro discendenza fino al Menin. La storia vera si intreccia alle singole storie nella saga di questa famiglia ligure. E leggendo ho ripercorso le strade di Genova e i vicoli, come in una canzone di De André, come mi era già successo con La Regina Disadorna. Ho ripercorso i paesaggi della mia Liguria e soprattutto di quel pezzo di Liguria che non è più tale ma non è ancora Toscana. È un libro pieno di poesia, e di amore: amore per il proprio compagno o compagna, per i propri figli e nipoti, amore per la propria terra, ma soprattutto amore per la libertà e la giustizia.
Recensioni
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