Pubblicato per la prima volta nel 1942, è la storia di un contadino figlio di un alcolizzato. Una vita perduta, offuscata da un delitto, consumata in carcere nell'attesa della condanna a morte. Vittima di un destino inesorabile, Pascual Duarte è la migliore delle sue vittime e i suoi delitti sono una specie di astratta e barbara, ma innegabile, giustizia, l'unica risposta che conosce al tradimento e alla menzogna. Un solitario mortificato dalla violenza che porta in sé i germi di affetti che la vita continuamente gli mortifica. Una rivisitazione - come rilevava Calvino - in forma più amara e moderna, del filone picaresco della letteratura spagnola e un'opera che risolve nella sua desolata poesia alcune delle più segrete ragioni dell'umana sofferenza.
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Traduzione di Salvatore Battaglia. Torino, Einaudi 2004,,cm.14x22,5, pp.175, brossura copertina figurata a colori. Coll. Einaudi Tascabili,1318.
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Anno edizione:2004
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