Il titolo evoca le istantanee di un nucleo familiare e dei suoi percorsi. Il romanzo, a tre voci, racconta non solo le vicende di una famiglia ma un pezzo di storia d'Europa. Ai personaggi fa da sfondo una natura sempre presente, le cui descrizioni affascinano quanto i caratteri, a volte spigolosi, ma sempre coinvolgenti, dei protagonisti. Molto bello, consigliatissimo!
Libro presentato da Riccardo Cavallero nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.
Norvegia, 1996. Al capezzale del figlio Julius, pilota di caccia tedesco in rianimazione a causa di un incidente, si ritrovano dopo vent'anni di lotte e silenzi la madre Anna Maria e il padre Erik. Mentre il figlio è sospeso tra la vita, la morte e la memoria, i due genitori non scambiano che qualche parola e molti ricordi: di quando stavano insieme, di quando lei ha deciso di andar via di casa, di quando è tornata per riprendersi suo figlio. Di come il tempo non renda traslucide le cose passate e la polvere non le renda meno vive. Neppure con il dolore, gli riesce. Erik ha vissuto l’orrore della guerra e l’amore per la libertà. Anna Maria lo spaesamento di chi non crede di meritare l’amore. Entrambi, l’amore profondo e incondizionato per il loro figlio conteso. Attraverso le voci dei tre personaggi, con una prosa capace di muoversi tra diversi registri, Katia Fundarò propone al lettore un’opera poetica sull’impossibilità di addivenire a una pretesa di verità che non sia solo personale e, dunque, necessariamente parziale.
Proposto da Riccardo Cavallero al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione: «È il 1996 quando, a seguito di un incidente di volo, un padre e una madre si ritrovano al capezzale del loro figlio Julius. Sono passati vent’anni di silenzi e incomprensioni, nel corso dei quali ciascuno dei due ha contribuito a modo proprio ad accompagnarlo verso l’età adulta: il padre convinto del valore assoluto della libertà, la madre al contrario certa che siano le regole a essere il fondamento della società e dell’educazione. Familienalbum (Ischìre) è questo: un album familiare costituito da istantanee messe in fila una dopo l’altra, in cui il divorzio e il successivo affidamento del figlio conteso sono solo un pretesto per attraversare la storia della Germania bellica e post-bellica, affrontare i traumi che, per dirla con l’autrice, ciascuno porta come un “testamento cucito sottopelle” e che condizionano il nostro modo di metterci in relazione con l’altro e parlare del tema della verità. Attingendo alla memoria della sua famiglia, attraverso una lingua poetica e personale che si appoggia sui distinti punti di vista dei tre protagonisti, Katia Fundarò consegna un romanzo d’esordio convincente, a metà strada tra il memoir e il romanzo familiare, che ho il piacere di presentare.»
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Anno edizione:2024
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In commercio dal:24 ottobre 2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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chiara 06 gennaio 2025molto più di un album di ricordi
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