Il faraone anguilla
Il principe deve avere per modelli "la golpe e il lione": la "golpe" (volpe) perché conosce ogni sorta di astuzie, il "lione" perché col solo aspetto sbigottisce i lupi. Questo scrisse Niccolò Machiavelli, dimenticando la terza bestia in grado di servire da modello all'uomo di potere: l'anguilla; animale sfuggente, liscio e difficile da trattare, che non offre salda presa e, come la biscia, sguscia fra le dita. Cultore delle virtù dell'anguilla fu nell'antico Egitto Amasi, faraone della XXVI dinastia; usurpò il potere ma lo esercitò con naturalezza e morì nel suo letto, svignandosela al momento giusto dalle grinfie dei nemici. Un re giovane e confuso; mentre i faraoni in carica si facevano ritrarre in piedi o seduti sul trono, amasi si fece ritrarre giacente. Senza lasciarsi intossicare dal potere praticò con semplicità la nobile virtù, se non del non-agire, dell'agire il meno possibile. Questo racconto ripercorre Erodoto con qualche coloritura e ironicità in più, oggetto di fascino per chiunque ami l'arte del narrare.
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Anno edizione:2024
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