E' possibile dare un senso alla morte, da un punto di vista filosofico o teologico? Che atteggiamento assumono le religioni non cristiane, in particolare le orientali? Nella nostra cultura la morte è stata sottratta alla famiglia, istituzionalizzata e professionalizzata: che effetti ha avuto questa nuova situazione sulla comprensione del morire? Dopo aver risposto a queste domande, l'autore si accinge a tracciare le linee di una teologia cristiana della morte. Prende in considerazione l'eredità del giudaismo e pone i fondamenti di un'antropologia cristiana che considera l'essere umano come unità di anima e corpo. Negli ultimi capitoli è esaminato l'aspetto pastorale ed è sottolineata l'importanza dell'esperienza di accompagnamento alla morte.
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Traduzione di Romeo Fabbri. Torino, Claudiana 1993,cm.14x21, pp.205, brossura.
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