Salvatore Striano (Napoli 1972) è stato tante cose. Detenuto tre anni in Spagna e cinque a Rebibbia, ha incontrato un maestro, Fabio Cavalli, che gli ha ricordato che lui era prima di tutto un attore. Da allora è stato un camorrista per Matteo Garrone, un rapinatore per Guido Lombardi e molti altri personaggi, al cinema e in tv. Nel 2012 arriva la consacrazione. Il film Cesare deve morire dei fratelli Taviani, tratto dal Giulio Cesare di Shakespeare e dove lui interpreta il ruolo di Bruto, vince l’Orso d’oro al Festival di Berlino. Come nel piccolo teatro del carcere di Rebibbia, ancora una volta Shakespeare ha dato una nuova direzione alla sua vita.
Nel 2015 ha fatto il suo esordio nella letteratura, con il libro Teste matte (Chiarelettere), a cui sono seguiti La tempesta di Sasà (Chiarelettere 2016) e Giù le maschere (Città Nuova 2017).