A mio parere ciò che rende l’opera debole è la caratterizzazione dei personaggi. Lou e Nick, infatti, non riescono a essere incisivi ai fini della narrazione. Lou è una giovane donna che ha fatto della bellezza la sua fortuna, basti pensare quante volte nel romanzo venga ripetuto che possiede dei meravigliosi capelli. Conduttrice di un tg grazie all’influenza dell’ex marito, non riesce a essere mai se stessa. In un mondo che impone a chiunque di avere competenze, passioni, Lou non riesce a capire quale sia il suo talento, cosa sia in grado di fare anche a causa dell’ex marito che coglie ogni pretesto per mettere in evidenza quanto sia inadeguata. Se da una parte non si può non parteggiare per lei quasi “difendendola”, dall’altra ci si rende conto di quanto, talora, i suoi comportamenti non si addicano a una persona adulta. Nick ha un grande talento, che, però, non sfrutta come dovrebbe. Memore di alcuni traumi vissuti durante l’infanzia e l’adolescenza, si è chiuso in se stesso e ha scelto di mantenere le distanze da ciò che potrebbe metterlo in imbarazzo. Nei confronti di Lou, almeno inizialmente, mantiene la distanza docente-genitore, poi man mano inizia ad aprirsi e ad avvicinarsi a quella donna che, forse, gli mette un velo di soggezione. Rispetto a Lou, il suo è un personaggio psicologicamente più completo, tuttavia non si riesce a provare empatia nei suoi confronti. Un piccolo cenno merita Edie, la figlia di Lou, un’undicenne che nei comportamenti sembra essere molto più grande della sua età, quasi come se i ruoli madre-figlia siano sempre pronti a invertirsi. Lo stile della prosa è semplice, fluido e scorrevole e il ritmo della narrazione abbastanza veloce. Come dicevo poc’anzi, il lettore segue le vicende narrate ma non riesce a immedesimarsi nei personaggi poiché li avverte “freddi”. Un romanzo con delle buone premesse che, secondo me, non riesce a conquistare.
