La forma delle emozioni
Perché un cielo coperto viene descritto come "arrabbiato", "forte" e "minaccioso" mentre un cielo azzurro illuminato appare invece "sorridente"? Come mai ci basta un solo sguardo alla pianta per spiegare il nome del salice "piangente" e cosa faceva dire a Goethe che il colore blu è "freddo" e "sfuggente"? Per quale ragione, come diceva il poeta Morgestern, "tutti i gabbiani han l'aria di chiamarsi Emma"? Questi interrogativi, da sempre terreno privilegiato di artisti e letterati, vengono qui affrontati alla luce delle evidenze sperimentali e delle teorie biologiche, neurofisiologiche e psicopedagogiche. Al centro di questi approcci la nozione di percezione fisiognomica, intesa come "quella modalità per cui gli oggetti sono visti principalmente attraverso gli atteggiamenti motori e affettivi dei soggetti". Il libro ne propone una visione che rivela tutta la varietà e la complessità delle forme che essa viene ad assumere nella ricerca, in particolare in età evolutiva, e le feconde implicazioni applicative in ambito educativo e scolastico.
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Anno edizione:2012
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