Libro Fortunato Depero 1892-1960
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Fortunato Depero 1892-1960
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Catalogo della mostra "Fortunato Depero 1892-1960", Museo Civico Pallazzo Sturm, Bassano del Grappa, luglio - settembre 1970. A cura di Bruno Passamani. Testi di F.T. Marinetti, Carlo Belli, Giuseppe Sprovieri. Sezione finale con tutta la riproduzione delle 363+XI opere esposte in bianco e nero e a colori

Cm 24x17. pp. 306. . Molto buono (Very Good). . . .

Al 1913 data il primo viaggio a Roma: qui si avvicina ai futuristi con i quali aveva in comune premesse ideologiche e stilistiche. Durante il soggiorno romano partecipò all'Esposizione libera futurista internazionale presso la galleria Sprovieri (aprile-maggio 1914). Stende una prima versione del manifesto Ricostruzione futurista dell'universo che, rielaborato con Balla, pubblica a doppia firma  nel 1915, impegnato anche alla costruzione di "complessi plastici motorumoristi". Al 1916 risalgono le prime prove di scenografia, ma che si sviluppano nel 1916-17 in rapporto con la committenza a Roma (poi non conclusa sulla scena) per i Ballets Russes di Sergej Diaghilev; e che hanno la lora massima affermazione nei Balli Plastici progettati come "Teatro plastico" con Gilbert Clavel, poeta ed egittologo svizzero per il Teatro dei Piccoli, sempre a Roma, in scena nel 1918. Alla fine degli anni Dieci avvia la produzione di quello che nel 1919  diviene l'attività della propria Casa d'Arte a Rovereto (dove rientra definitivamente), interessandosi alla progettazione di oggetti d'arredo e soprattutto di arazzi ( ma anche di mobili e poi di cartelloni e grafiche pubblicitarie). Nel 1921-22 arreda a Roma il Cabaret del Diavolo nell'Hotel Elite et des Etrangers. Nell'ambito della progettazione di chioschi pubblicitari realizza il Padiglione del Libro, Bestetti, Tumminelli e Treves, alla Seconda Biennale Internazionale d'ArteDecorativa a Monza nel 1927 e ne progetta uno, nel 1930, per la Ditta Campari, per la quale lavora ampiamente in ambito pubblicitario. Tra la fine degli anni 20 e l'inizio dei 30 progetta a New York alcuni ristoranti, e sempre in  America realizza The New Babel, scene di vorticosa vita metropolitana  e costumi per il balletto American Sketches. Dopo aver soggiornato a Parigi tra il 1925 e il 1926, a New York fra il 1928 e il 1930 realizza appunto alcune ambientazioni  e svolge un'intensa attività di grafica e pubblicità (copertine per Vanity Fair). Quest'ultima lo impegna ampiamente anche in Italia, progettando particolarmente per la Ditta Campari (Numero Unico Futurista Campari 1931),  e per la Ditta Verzocchi, e teorizzandola nel Manifesto dell'arte pubblicitaria futurista del 1932. Nell'ambito dell'attività parolibera concepisce il famoso "libro imbullonato"  Depero futurista, pubblicato da Dinamo-Azari nel 1927, e nel 1931 concepisce il libro parolibero New York-Film vissuto, poi non pubblicato.Nel 1934 pubblica Liriche radiofoniche, create espressamente per il nuovo mezzo. Sottoscritto il Manifesto dell'aeropittura futurista nel 1929, la sua pittura prosegue lungo gli anni 30 e oltre, in un racconto narrativo che smorza la gioiosità favolistica precedente.
(da Pontus Hulten, Futurismo & Futurimi. Bompiani, 1986).

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<p>Catalogo della mostra "Fortunato Depero 1892-1960", Museo Civico Pallazzo Sturm, Bassano del Grappa, luglio - settembre 1970. A cura di Bruno Passamani. Testi di F.T. Marinetti, Carlo Belli, Giuseppe Sprovieri. Sezione finale con tutta la riproduzione delle 363+XI opere esposte in bianco e nero e a colori</p> Cm 24x17. pp. 306. . Molto buono (Very Good). . . . <p><em>Al 1913 data il primo viaggio a Roma: qui si avvicina ai futuristi con i quali aveva in comune premesse ideologiche e stilistiche. Durante il soggiorno romano partecipò all'Esposizione libera futurista internazionale presso la galleria Sprovieri (aprile-maggio 1914). Stende una prima versione del manifesto Ricostruzione futurista dell'universo che, rielaborato con Balla, pubblica a doppia firma  nel 1915, impegnato anche alla costruzione di "complessi plastici motorumoristi". Al 1916 risalgono le prime prove di scenografia, ma che si sviluppano nel 1916-17 in rapporto con la committenza a Roma (poi non conclusa sulla scena) per i Ballets Russes di Sergej Diaghilev; e che hanno la lora massima affermazione nei Balli Plastici progettati come "Teatro plastico" con Gilbert Clavel, poeta ed egittologo svizzero per il Teatro dei Piccoli, sempre a Roma, in scena nel 1918. Alla fine degli anni Dieci avvia la produzione di quello che nel 1919  diviene l'attività della propria <strong>Casa d'Arte a Rovereto</strong> (dove rientra definitivamente), interessandosi alla progettazione di oggetti d'arredo e soprattutto di arazzi ( ma anche di mobili e poi di cartelloni e grafiche pubblicitarie). Nel 1921-22 arreda a Roma il <strong>Cabaret del Diavolo nell'Hotel Elite et des Etrangers</strong>. Nell'ambito della progettazione di chioschi pubblicitari realizza il Padiglione del Libro, Bestetti, Tumminelli e Treves, alla Seconda Biennale Internazionale d'ArteDecorativa a Monza nel 1927 e ne progetta uno, nel 1930, per la <stro

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