Full Upon Her Burning Lips

Gli Earth, che ha commemorato trenta viaggi intorno al sole come una delle band più monolitiche in ambito metal, pubblicano il loro nono album in studio, in pratica un ritorno al minimalismo dei loro primordi. Decostruendo la collaudata dinamica del duo composto da Dylan Carlson - alla chitarra e al basso - e Adrienne Davies - alla batteria e alle percussioni - l'album lavora sul subconscio, rivisitando ulteriormente la narrativa del gruppo.
Il disco è stato progettato, mixato e masterizzato da Mell Dettmer allo Studio Soli in un ampio lasso di tempo. Quella di Carlson è una rivisitazione del famigerato Bakersfield Sound, in pratica un'estensione del suono Country verso dinamiche apocalittiche, mentre i rintocchi funebri della batteria della Davies sono ormai una costante ricorrente. Un incedere marziale che ancora una volta mostra sfumature color seppia, rendendo ancor più emozionante la storia di questa icona del Northwest.
"Il tutto è poi sorretto dai ritmi lenti, ipnotici, inesorabili della Davis, qui portati sullo stesso piano della chitarra del leader. Basterebbero due mastodonti, ben oltre i dieci minuti, come Datura's Crimson Veils e She Rides an Air of Malevolance per venire risucchiati in questo dilatato, circuente trip allucinatorio."
(Boxata su Buscadero Maggio)
"A una trascendentale bellezza si possono comparare invece gli intrallazzi lisergici di An Unnatural Carousel e gli onirici miraggi di Maiden's Catafalque."
(Blow Up maggio, voto 7)
"Un album con tematiche da giardino delle streghe, tossico al punto giusto."
(Boxata su Rockerilla maggio)