Il sospetto che l'Autore abbia problemi relazionali nasce dal fatto che è insoddisfatto di tutto e tutti. La sua insofferenza per la famiglia raggiunge l'apice con il suo rapporto con la madre. Ma Angela, sua madre, è una donna sopra e al di là degli schemi, che di fatto ha giocato tutta la vita come il gatto con il topo (in questo caso i topi, i suoi figli) ed ha trionfato su tutti i fronti: tipica la simpatia che suscita negli amici del figlio. Donna politicamente e verbalmente scorretta, indipendente nelle sue azioni, mi ha suscitato simpatia, nonostante il giudizio costantemente negativo del figlio. Il libro è scritto molto bene. Memorabile la considerazione sul talento del destino....
Il fuoco che ti porti dentro
Al terzo posto nella Classifica di Qualità 2024 de «la Lettura»
Libro vincitore del Premio Mastercard Letteratura 2024Libro vincitore del Premio letterario Procida Isola di Arturo Elsa Morante 2024Libro vincitore Premio Napoli 2024 - NarrativaLibro vincitore del Premio Mondello - Premio Speciale del Presidente 2024Libro "supervincitore" del Premio letterario internazionale Elba-Raffaello Brignetti 2024
Premiato Libro dell'anno di Fahrenheit Radio Tre
- 2024
Libro finalista del Premio Campiello, del Premio Flaiano - Narrativa, dell'Orbetello Book Prize 2024
Un racconto che mescola la commedia eduardiana al furore ctonio, l’urgenza di uno sfogo viscerale alle cadenze studiate di una messa in scena, di una vera e propria recita.
"Il fuoco che ti porti dentro" racconta la vita e la morte di Angela, una donna dal carattere impossibile. Una donna che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia, nessuno escluso: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore...» Questa donna era la madre dell’autore. Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna, alla ricerca di una spiegazione possibile. La forma è quella della commedia, il contenuto quello della tragedia. Quale esperienza manifesta o occulta, quale frustrazione, quale nascosta ferita può renderci tanto ostili, rabbiosi, refrattari a qualsiasi forma di pacificazione? Quale motivo, semplice o complesso, sta dietro la furia di Angela: la guerra che la segna da bambina? un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi che le ha, a sua volta, infelicitato la giovinezza e la maturità? un atavico complesso d’inferiorità o l’appartenenza alla cultura del Meridione oppresso le cui ragioni Angela vorrebbe far valere contro l’odiato Nord usurpatore? Oppure, più semplicemente, il fuoco interno che la divora è privo di qualsiasi ragione come il cuore nascosto di un vulcano? Antonio Franchini, con maestria e misura, eccesso e discrezione, ha scritto un romanzo-memoir popolato di personaggi che circondano una protagonista sempre al centro della scena. Un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare toni drammatici e ossessivi a momenti decisamente comici.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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PGP 20 ottobre 2025RAPPORTO A SENSO UNICO
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Enrico 02 ottobre 2025
Una invettiva mirata e costante non tanto al personaggio in sé ma a quello che rappresenta. Scritto benissimo, si addolcisce nel finale con quel dolceamaro tipico delle cose che finiscono.
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Stefania 11 maggio 2025Donne tra odio e violenza
Finalmente un autore che racconta , con prosa impietosa, ma efficace e acuta, l'indicibile: l'odio; l'odio di una madre per i propri figli e di conseguenza l'odio del figlio verso la propria madre. In un Paese cattolico,(amare, volersi bene è un obbligo, un imperativo, non un moto dell'anima) e patriarcale (litigate pure tra voi cosicchè, perse/i nelle vostre beghe, il potere lo teniamo saldamente noi) in cui le donne sono state divise in Madonne, o Zoccole e ad entrambe ha eretto santuari, chiese e casini, l'odio si pepetua di generazione in generazione, attraverso l'educazione e la vicinanza quasi esclusivamente femminile, nel libro la madre e la nonna, e in generale tutte le donne che ci sono stete vicine da 0 a 18 anni, fino ad avvelenare la sociètà italiana tutta. L'autore non ci spiega le ragioni di questo odio viscerale, che neppure la scuola riesce a mitigare (la protagonista ha frequentato il liceo classico) egli ipotizza un senso di inadeguatezza e di inferiorità; nè ci offre soluzioni, semplicemente racconta la fuga, la dolente sopportazione avvelenata dal desiderio di morte, la ricerca di una approvazione, che non arriverà mai, sua , delle sorelle, di una intera generzione e anche la mia.
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