Nessuno se lo poteva immaginare che quella di Montreux 2011 sarebbe stata l' ultima apparizione sul palco di Gary Moore, improvvisamente scomparso all' età di 58 anni. Uno show che incarna al meglio le caratteristiche del chitarrista di Belfast: essenzialità ed incisività. Era, e sempre sarà conosciuto, infatti per questo. In una formazione di quattro elementi, egli ripercorre alcuni dei suoi maggiori successi dando ampio spazio anche ad alcuni pezzi inediti; materiale, che sarebbe stato incluso in un futuro (o futuri) dischi. Tra assoli graffianti e riff dal sapore tipicamente hard rock, Gary Moore offre uno spettacolo davvero accattivante sia per gli amanti della sua era blues, con brani tratti da "Still got the blues", che hard rock, con estratti da album quali "Wild Frontier". Un Gary dunque, dal punto di vista strumentale, impeccabile. Alcune incertezze le troviamo tuttavia dal punto di vista vocale; decisamente non era la sua miglior serata, ma, trattandosi di un importante -purtroppo- testimonianza quale suo ultimo concerto, resta comunque una performance che segnerà i fans di ieri, oggi, e domani. Tra le bonus track sono inserite alcune sue performance risalenti all' edizione del Montreux Jazz Festival 1997, in omaggio al genio e all' estro creativo di un chitarrista che ha plasmato e rivoluzionato, in certi sensi, il modo di suonare la chitarra blues.
