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Gino Morandis
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Catalogo della 979a mostra della Galleria del Cavallino, Venezia 23 giugno - 31 uglio 1988. Un testo di Enrico Bellati. Illustrazione di una sua opera a colori. Breve biografia

Cm 20x19. pp. 4. . Molto buono (Very Good). . . [Barbero, 2008].

Agli esordi Morandis abbraccia la tradizione naturalistica. Presto però l'artista veneziano, conosce l'astrattismo che diventa la sua cifra stilistica per i decenni a venire. Nel 1950 aderisce al movimento spazialista partecipando da questo momento a tutte le esposizioni del gruppo in Italia e all'estero. Il suo astrattismo è detto "d'ascendenza lirica" caratterizzato da opere dal cromatismo sgargiante sempre tese a suggerire un'atmosfera sospesa e simbolica. Nel 1968 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Nel 1988 espone al Padiglione d'Arte Contemporanea della Galleria Civica d'arte moderna di Palazzo dei Diamanti a Ferrara accompaganto da un catalogo a cura di Giuseppe Mazzariol.

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<p>Catalogo della 979a mostra della Galleria del Cavallino, Venezia 23 giugno - 31 uglio 1988. Un testo di <strong>Enrico Bellati</strong>. Illustrazione di una sua opera a colori. Breve biografia</p> Cm 20x19. pp. 4. . Molto buono (Very Good). . . Cardazzo [Barbero, 2008] BARBERO Luca Massimo, Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell'arte. Electa 2008. <p><em>Agli esordi Morandis abbraccia la tradizione naturalistica. Presto però l'artista veneziano, conosce l'astrattismo che diventa la sua cifra stilistica per i decenni a venire. Nel 1950 aderisce al <strong>movimento spazialista </strong>partecipando da questo momento a tutte le esposizioni del gruppo in Italia e all'estero. Il suo astrattismo è detto “d'ascendenza lirica” caratterizzato da opere dal cromatismo sgargiante sempre tese a suggerire un'atmosfera sospesa e simbolica. Nel <strong>1968 </strong>la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Nel <strong>1988</strong> espone al Padiglione d'Arte Contemporanea della Galleria Civica d'arte moderna di Palazzo dei Diamanti a Ferrara accompaganto da un catalogo a cura di Giuseppe Mazzariol.</em></p>

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Gino Morandis

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