Premetto che Baldacci è e resta uno dei miei autori preferiti. Però, con "Il gioco di Zodiac" ha toppato. L'inizio del libro è piuttosto confuso, con le due storie che scorrono parallele fino a congiungersi inevitabilmente. I dialoghi tra i protagonisti, in alcuni momenti, sono così banali ed imbarazzanti che più volte mi sono accertato che il libro l'avesse scritto veramente Baldacci. Il racconto procede piuttosto staticamente (omicidio, indagine, assunzione di informazioni, nuovo omicidio, nuova indagine, nuove assunzione di informazioni, e così via). L'individuazione del (dei) colpevole (colpevoli) è piuttosto agevole già dopo un centinaio di pagine. Si salvano, a mio parere, una cinquantina di pagine (più o meno tra 400 e 450), in cui finalmente i protagonisti si muovono e succede qualcosa. Il tutto viene però vanificato da una pagina sciagurata in cui l'autore ci racconta in rapida sequenza: 1) come un telefono cellulare possa funzionare senza problemi pur essendo rimasto immerso, fino a pochi secondi prima, nelle acque di un lago; 2) come i proiettili esplosi dalle pistole di due persone, poste l'una di fronte all'altra, possano esattamente collidere tra di loro, neutralizzandosi così a vicenda. Questo è decisamente troppo, anche per Baldacci.
