Giorni di Macaia, è un romanzo che colpisce. Scelta editing dell’autore: i dialoghi non sono delimitati da caporali, ma questo non rende assolutamente difficile l’interpretazione del testo. Ho trovato il racconto bellissimo, intenso, evocativo e in un certo qual modo irritante. La storia mi ha toccato l’anima e fatto vibrare corde sensibili portando la memoria a ricordi ancora oggi vividi. Nella narrazione, a parer mio, si possono individuare due protagonisti: Nero, giovane partigiano ebreo, dai natali altolocati, che nonostante la guerra cerca di portare a termine “Il Progetto”; ed Ermanno, uomo di lettere, la cui vita è stata toccata dalla tragedia e che da sempre cerca di scrivere il suo romanzo. A fare da sfondo alle vite dei due, eventi storici noti. Nel caso di Nero la seconda guerra mondiale, quasi al suo termine, per Ermanno i fatti cruenti e vergognosi del G8 del 2001 a Genova. A unire le loro storie? Il destino e l’arroganza impunita dei mediocri. Questo romanzo, vi farà piangere, sperare e probabilmente vi lascerà con la sensazione che giustizia non è stata fatta, perché mai come in questo caso credo calzi perfettamente il brocardo Summum ius, summa iniuria. Sono felicissima di avere contribuito, in fase di crowdfunding, alla pubblicazione di questo gioiello letterario definito autentico “page-turner” dalla commissione del Premio Calvino, che ha segnalato l’opera per la sua capacità di mescolare “con abilità passato e presente”.
