Il romanzo Grazia presenta le vicende, attraverso un alternarsi di tempi presente-passato, di tre generazioni ed è ambientato in Abruzzo, in quella parte della regione che si affaccia sull’Adriatico e che è stata teatro di importanti eventi storici durante la seconda guerra mondiale. Al centro dell’opera è il difficile rapporto madre-figlia. Grazia, la madre, appare una figura impenetrabile al di là della sua immagine di donna bella ed elegante – ma a conclusione del libro si rivelerà la sua natura più profonda –. Su Teresa, la figlia, donna non più giovane ma ancora non libera dai ricordi amari dell’infanzia, si sofferma la scrittrice, ripercorrendo momenti salienti della sua vita e, in particolare, cogliendo, con sensibilità e capacità di penetrazione psicologica, lo stato di sofferenza e il desiderio di essere amata di Teresa bambina, che avverte la madre indifferente e quasi ostile nei suoi confronti. I fatti storici, che sono inseriti nelle vicende stesse del romanzo condizionandole anche, rivivono in tutta la loro drammaticità attraverso una ricostruzione fedele e circostanziata. Ma tutta la narrazione si svolge in uno spazio e in tempi ben definiti: il paesaggio – in cui spesso si intravede sullo sfondo il mare –, i luoghi e i dintorni della città (Ortona), le consuetudini della vita di provincia, perfino l’interno della casa di Grazia, con le sue suppellettili, fotografie, cristallerie che hanno il senso di un’epoca, sono descritti in maniera così viva ed efficace da dare al lettore l’impressione di “esserci dentro”.
Grazia
Ci sono parole sulla vita che una madre e una figlia, prima o dopo, devono dirsi. A ogni costo.
Fu un colpo al cuore, poi una vertigine. No, pensò, non è possibile, non ho niente di lei. Ma l’ombra di Grazia, precisa, si era affacciata attraverso il suo corpo riflesso nella vetrina. Un baluginio casuale la trascinava verso una scoperta: come una barca alla deriva, il suo aspetto stava fatalmente andando verso una mutazione che l’avrebbe sovrapposta, come una lastra impressa, alla donna delle sue origini.
Grazia non c’è più. Una telefonata inaspettata raggiunge Teresa in un mattino come un altro, mentre è alle prese con i soliti impegni, con le cose di ogni giorno, a Roma, dove vive ormai da molti anni con il marito e la figlia, e la informa della morte di sua madre Grazia, una donna già anziana, ma sempre bella, elegante, volitiva. Tornare in Abruzzo, ritornare indietro dopo tanto tempo nell’ombra senza fondo dei ricordi, è per Teresa una fatica e un dovere. C’è da organizzare il funerale, occuparsi della casa e congedare la badante, quasi una dama di compagnia per Grazia, la sola persona capace di accettare il carattere difficile e scontroso della Signora. Teresa arriva nella città natale in un freddo e ventoso giorno di primavera e si ritrova di colpo immersa nell’atmosfera un po’ fané della grande casa di famiglia in cui viveva da bambina. Qui, nelle stanze riccamente arredate, ogni dettaglio le parla di sua madre, della vita piena di una donna per molti aspetti indimenticabile. La realtà però non è soltanto quella che Teresa ha sotto gli occhi. Dal notaio, infatti, Teresa scopre che tutte le proprietà di famiglia sono state vendute di recente dalla madre e che non c’è più nulla, solo debiti. Com’è potuto accadere? Perché Grazia non le ha mai detto nulla? Teresa è stordita, incredula. Il suo cammino all’indietro nel passato alla ricerca della verità, tra le passioni, i tradimenti e le bugie dei protagonisti di questa storia intensa e originale, la porterà a comprendere davvero la vita di sua madre. E in fondo anche la sua personale storia di donna.
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Anno edizione:2017
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In commercio dal:12 ottobre 2017
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Ancora una volta Giulia Alberico ricorre ai sensi per descrivere luoghi, situazioni e personaggi che appartengono alla provincia abruzzese. Vi torna con uno sguardo nuovo, più distaccato, capace di vedere sofferenze individuali e vicende umane che coinvolgono per la profondità dei sentimenti, evocati dentro un quadro di più ampio respiro. Se in “Un amore sbagliato” era la luce a fare da padrona, questo è il romanzo degli odori, che connotano personaggi e ambienti. Alle pagine in cui si diffonde il profumo esotico di Donna Grazia e si odono i chiacchiericci borghesi dei salotti, si alternano passi che ci riportano a momenti storici salienti dell’incontro del fascismo con un’inaspettata società alto borghese che vive in quella parte dell’Abruzzo marino. Le porcellane, i servizi buoni insieme alla paccottiglia kitsch, fanno rivivere un mondo ormai lontano che ricorda le “buone cose di pessimo gusto” di Gozzano. Il mondo primitivo dannunziano delle Novelle della Pescara qui non è neanche un ricordo. Gli eventi della Storia ufficiale s’intrecciano con le vicende drammatiche della famiglia Savio. Teresa, figlia “sgraziata” dell’affascinante Grazia, si trova a dipanare quel groviglio di eventi, a portarli alla luce e metterli in ordine nel tentativo di conoscere e capire la madre, rimasta per lei inesplorabile fino alla fine.
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