Einaudi ; 1967; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22,5 x 14,5 cm; pp. 276; Traduzione di Ettore Lo Gatto. Prima edizione nella collana. ; Presenta segni d'uso ai bordi della sovracoperta (senza mancanze, piccole imperfezioni), data e firma a biro al frontespizio, interno senza scritte, volume brunito; Accettabile (come da foto). ; Il primo romanzo di Michail Bulgakov, La guardia bianca, pubblicato incompiuto nel 1925, e soltanto ora accessibile nella sua interezza, costituisce, anche per il lettore italiano, come già per quello sovietico, un'autentica scoperta. Scoperta non soltanto di un aspetto nuovo dell'alta poesia dell'autore del Maestro e Margherita, ma, ancor piú, di una visione del rivolgimento bolscevico secondo una prospettiva inedita e rivelatrice: la rivoluzione vista con gli occhi dei vinti. Siamo a Kiev, in Ucraina, negli anni 1918-19. La città è dominata dai tedeschi, dall'etmano (cioè il capo dell'esercito e dello Stato) Skoropadski, dall'avventuriero Petljura. All'inizio del 1919 sarà occupata dall'Esercito Rosso. Nei mesi che precedono l'arrivo dei bolscevici la città vive una vita orrenda e farsesca. La farsa trova il suo simbolo nel fatto che Skoropadski è proclamato etmano in un circo equestre; l'orrore sta nello sfacelo dell'antica vita della città, del caos in cui sembrano gettati la Russia e il mondo. Tutto crolla in un'aria di carnevalesca e sanguinosa follia: rovina un mondo che paga la propria irresponsabilità e vacuità. Il centro compatto di questo vertice è, nel romanzo, una famiglia di intellettuali appartenenti alla nobiltà: i Turbin. Sono la parte migliore degli uomini del vecchio regime, un affiatato nucleo fedele a valori di onestà e lealtà. Ma anche il loro appartato, intimo universo è contaminato dalla corruttela generale della loro classe: il marito di Elena Turbin non è guidato da alcun principio e, pronto a tutte le acrobazie politiche, partirà al seguito dei tedeschi. ... ; L'immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
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