Guerra, pace, nonviolenza. Attualità di Claudio Baglietto
Il fuoco pulsante di un’intelligenza rara e di una coscienza lucida e integerrima, che rifiuta di piegarsi alla volontà dello Stato nel momento in cui gli impone l’obbligo di uccidere: questo il tratto fondamentale della personalità di Claudio Baglietto (Varazze, 4 dicembre 1908 – Basilea, 28 giugno 1940), giovane studioso formatosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa, uomo semplice, metodico, coerente e amante della verità, che nel 1932, da poco laureato, mentre si trova a Friburgo con una borsa di studio per seguire le lezioni di Heidegger, rifiuta di tornare in Italia per sottrarsi al servizio militare obbligatorio; un rifiuto le cui radici affondano non tanto in motivi politici, quanto piuttosto in ragioni esclusivamente religiose e morali, quali soprattutto l’incapacità di accettare il male e la violenza in qualsiasi forma; un atto “eroico”, che costringe Baglietto, filosofo della nonviolenza, a rinunciare a una brillante carriera accademica e a condurre una vita in esilio, fino alla morte in solitudine, lontano da amici e familiari.
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Anno edizione:2022
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